Salinità nelle coltivazioni, come risolvere
Diceva il mio professore: “Un litro di acqua del mare contiene 7 cucchiaini di sale, circa 35 grammi. Ora somministrate quest’acqua ad una pianta e osservate… la sua lenta morte.”
Ricordo una sperimentazione sabotata su colture di patata in Australia: quella trattata con BioAksxter® era davvero avanti ed ecco la “longa manus” dei poteri forti: “mettiamo un po’ di sale, e così sono fuori” e “trattiamo con BioAksxter® pure la parte non trattata” … così possiamo dire “non c’è differenza”.
Insomma l’influenza della salinità può avere vari risvolti, avvenire in vari modi.
In questi giorni torna alla ribalta il problema della salinità dei terreni agricoli.
Le aziende agricole del Nord Italia si disperano perché la siccità, dovuta all’assenza di piogge da oltre 100 giorni, ha provocato una riduzione dell’altezza del livello della falda acquifera rispetto al livello del mare ormai rientrato nelle aree deltizie costiere verso l’entroterra per 30 kilometri, con un conseguente aumento della salinità nei terreni.
Se per il fiume Po’ la risalienza salina è di ben 30 km negli ultimi 20 anni, quella del fiume Adige in 60 anni è passata da 3 km a circa 20 km. Naturalmente il fenomeno della salinizzazione derivanti da intrusione salina marina non riguarda solo il Nord Italia, ma anche tutte le aree costiere meridionali.
Salinità del terreno: un fenomeno decisamente avverso per l’agricoltura
La salinizzazione dei suoli dovuta alla risalita del cuneo salino è un fenomeno decisamente avverso per l’agricoltura ed oltremodo pericoloso perché perdurando per anni, incide sull’uso irriguo delle risorse idriche, sulle produzioni agricole irrigate e sulla loro redditività. Immanenti sono i danni alle produzioni e c’è chi ha rinunciato a seminare. Ma al danno della perdita della produttività, concorrono l’aumento della concentrazione degli inquinanti capillarmente presenti nelle falde acquifere; gli alti tenori in metalli pesanti (es. Arsenico) nelle acque sotterranee e superficiali, non sempre di carattere geomorfologico, che stracciano letteralmente la qualità delle produzioni ottenute in questo contesto; le acque reflue di origine industriale, agricola ed urbana dove convergono scarichi chimici, fognature e deflusso di nutrienti e pesticidi.
Possiamo quindi parlare di una vera e propria contaminazione delle acque.
Lo stato delle acque e gli Stati
Il problema della contaminazione delle acque che mette a rischio ogni ecosistema e quindi la nostra salute ad oggi non è stato affrontato seriamente dagli Stati e tanto meno risolto.
L’avanzamento del degrado dello stato delle acque è ora molto più veloce dello studio e del sondaggio e monitoraggio qualitativo idrico a cui si limitano le politiche agricole. E non dimentichiamo che l’acqua è presente anche nell’aria. E’ presente in ogni punto della terra. Costituisce il 70% del nostro organismo.
La salinizzazione, un problema diffuso in molteplici regioni del mondo
Il processo di salinizzazione del suolo è riconosciuto a livello europeo e rientra nell’elenco delle minacce del suolo. La salinizzazione riduce il valore e la produttività di grandi aree in tutto il mondo: si stima che ogni minuto si perdono tre ettari di terreni coltivabili. La salinizzazione è il principale fenomeno alla base del processo di desertificazione dei terreni il quale interessa 1/4 dell’intera superficie terrestre.
Cosa fa aumentare la salinità dei terreni agricoli
Inquinamento, cambiamenti climatici e sfruttamento del territorio sono le cause principali del fenomeno di salinizzazione dei suoli, il quale limita le produzioni agricole toccando la salute di tutti gli esseri viventi attraverso l’alimentazione ed in definitiva la qualità della nostra vita.
Infatti, sono oggetto di massima attenzione e necessitano di pronto intervento:
- L’elevato e diffuso grado di inquinamento ambientale, rilevabili nei processi di bioaccumulo degli inquinanti riconducibili alle attività antropiche. Si fa riferimento alle concentrazioni di specie azotate (ammoniaca, nitriti e nitrati), di cloruri e fluoruri, di metalli pesanti quali Arsenico, Cadmio, Mercurio, Piombo, Zinco, Cromo esavalente, ed altri inquinanti.
- I cambiamenti climatici causanti il depauperamento degli equilibri ambientali, a sua volta causato da vari fenomeni interdipendenti. Oltre a quanto sopra citato:
- l’aumento della salinità naturale indotta dall’innalzamento del livello del mare per l’avvenuto scioglimento dei ghiacci; movimenti tettonici o attività vulcaniche; fluttuazioni eustatiche, lisciviazione del sale depositato nei suoli, cloruri aerotrasportati, aumento delle temperature a livello globale, ecc.
- la compromissione dell’andamento meteorologico (causato da alterazioni delle correnti oceaniche, maggiore evaporazione e minori precipitazioni, intensità e frequenza di eventi metereologici estremi, ecc.) - Lo sfruttamento del territorio, come lo sfruttamento delle falde superficiali e profonde, mediante trivellazioni ad esempio per la costruzione di pozzi ad uso agricolo, il continuo pompaggio dovuto all’alta domanda d’acqua per uso industriale, agricolo e zootecnico, ecc. Vale a dire che l’eccessiva urbanizzazione, gli insediamenti turistici e industriali e le pratiche di agricoltura intensiva hanno prodotto nelle aree costiere, oltre ai dissesti idrogeologici, il degrado delle acque e dei suoli per salinazione e inquinamento.
L’aumento della salinità, associata alla variazione delle temperature e del pH, determina variazioni chimiche-fisiche delle quali bisogna tenere conto nell’utilizzo dei suoli agrari.
Ripercussioni della salinità delle acque sulle colture
Alla problematica della salinità dei suoli si associa quella dell’approvvigionamento idrico delle piante attraverso l’uso irriguo delle acque saline. La salinità è una caratteristica importante per definire la qualità dell’acqua irrigua. L’aumento della salinità dell’acqua riduce la disponibilità di acqua per le piante perché aumenta la pressione osmotica della soluzione circolante del suolo e le piante devono spendere più energia per assorbire l’acqua dal suolo.
Un’elevata salinità è fonte di stress morfologico, fisiologico e biochimico a carico delle piante.
Nel quadro della situazione che riguarda più da vicino l’agricoltore, lo stato di stress salino delle piante è visibile nel rallentamento dei processi di crescita, nella riduzione del turgore dei tessuti o addirittura nella loro essicazione e quindi nella riduzione del ciclo vegetativo e della produzione, mentre nel suolo si traduce in una riduzione di fertilità con conseguente maggiore difficoltà nello sviluppo radicale, nel processo di assorbimento dell’acqua da parte delle piante e nell’alterazione dei normali processi fisiologici delle stesse.
In aree dove le colture (es. agrumi) a causa della salinazione delle acque dei suoli sono state abbandonate, così come in aree in diretta comunicazione con le acque marine dove la concentrazione di Cloro ed i valori della Conducibilità Elettrica risultano decisamente superiori ai limiti normativi per gli usi agricoli.
Inoltre, la salinità delle acque sotterranee, che permane anche nei periodi piovosi, ha dimostrato caratteri di irreversibilità, con una tendenza ad aumentare nel tempo.
Cristallo di sale insolubile piramidale programmato - settore Ricerca AXS M31
Come si contrasta lo stress salino? Come risolvere la salinità del terreno?
Un approccio sostenibile volto ad escludere le perdite produttive agricole e la perdita di aree agricole di primario interesse nonché a promuovere un’efficiente gestione delle risorse idriche in agricoltura, sia dal punto di vista economico che ambientale, ed in definitiva la possibilità di risolvere la contaminazione salina, è quello operato grazie alla tecnologia delle formulazioni disinquinanti BioAksxter®.
L’innovazione sta nel processo magnetico di regolazione della salinità, una capacità delle cariche magnetiche idrocompresse computerizzate basata su quantitativi abnormi di energia come quelli utilizzati in natura.
Come si nota nella foto sopra, le formulazioni disinquinanti BioAksxter® generano la formazione di cristalli di sale insolubili, di forma piramidale, atti ad un processo di dissalazione nei confronti di acque saline e terreni salini. Si tratta di un processo di trasduzione magnetica dal minerale alla biomassa, un processo di aggregazione atomica e trasformazione degli ioni salini.
In seguito a questo processo di cristallizzazione e dissoluzione naturale del sale si attiva uno scambio osmotico radicale a livello magnetico e la stabilizzazione del pH, senza dare luogo ad accumulo di sali nel suolo o a fenomeni di fitotossicità e stress abiotici nelle coltivazioni.
In poche parole, senza guardare alla possibilità di estrazione del sale dalle acque salmastre, avremmo quantomeno risolto lo stress salino nelle coltivazioni.