Ritirare i seminativi dalla produzione agricola o disinquinare?
La proposta degli incentivi finanziari per il ritiro dei seminativi dalla produzione agricola nell'ambito dell'Agenda Verde dell'Unione Europea riguarda in particolare gli agricoltori dell’Emilia-Romagna poiché il bando di “sviluppo rurale” è stato recentemente approvato dalla giunta emiliana.
L'invito è di interrompere l'attività agricola per un periodo esteso di 20 anni. Come contropartita per questa pausa dalla coltivazione, agli agricoltori sarebbero offerte compensazioni finanziarie che variano da 500 a 1500 euro all'anno, per ogni ettaro di terreno non coltivato.
L'iniziativa si propone di promuovere “pratiche sostenibili”, ridurre le emissioni di gas serra e contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici, ma solleva interrogativi significativi in termini di fattibilità economica ed impatti a lungo termine sull'agroecosistema e sull'economia.
Obiettivi Ambientali e Contraddizioni
La Pianura Padana, cuore agricolo d'Italia, si trova al centro di un dilemma ambientale complesso ed articolato. Caratterizzata in passato dalla fertilità dei suoli e dalla prolifica produzione agricola, l’area in questione è ora teatro di sfide legate all'inquinamento ambientale. Le pratiche tradizionali, come l'uso di fertilizzanti chimici, pesticidi ed altri prodotti fitosanitari, generano una quantità significativa di particolato fine e gas serra. Per non parlare dell’inquinamento del suolo e della contaminazione dell’acqua.
Detto questo, è giusto porsi alcune domande:
1. Smettere di coltivare è una “pratica sostenibile”?
2. Sono state considerate le sostanze che nemmeno in 20 anni si degradano?
3. L’inquinamento ambientale continuerà ad alimentare i terreni messi a riposo (es. settore dei trasporti e industria). Dove sta la “sostenibilità”?
4. Dato che ridurre l’inquinamento non vuol dire disinquinare, ritenete utile sperperare denaro pubblico per interrompere la produzione agricola, anziché procedere con interventi disinquinanti risolutivi?
Implicazioni Economiche per gli Agricoltori
L'implementazione di una proposta così radicale, quale la cessazione ventennale della produzione agricola, porta con sé una serie di implicazioni economiche di notevole portata per le aziende agricole.
L'analisi degli impatti finanziari comprende la valutazione delle perdite economiche a breve e lungo termine sulla salute finanziaria della filiera agricola. La mancanza di produzione significa non solo perdita di reddito per l’azienda agricola, ma influenza l'intera catena di approvvigionamento e le attività connesse, con un effetto a cascata su diversi settori economici.
La sostenibilità economica degli agricoltori è al centro del dibattito. La proposta degli incentivi finanziari, posto che compensi la temporanea cessazione dell'attività, non considera le difficoltà nel mantenere l’operatività nel tempo e le conseguenze per l'occupazione.
Sicurezza Alimentare e Dipendenza dalle Importazioni
La proposta dell'Agenda Verde dell'Unione Europea solleva importanti preoccupazioni in termini di sicurezza alimentare a livello locale e nazionale, con la prospettiva di una crescente dipendenza dalle importazioni. Se svariate regioni d’Italia optassero per questa scelta sprovveduta, si creerebbe una maggiore dipendenza da fonti esterne rendendo il Paese vulnerabile.
Inoltre, è doveroso considerare l'influenza delle multinazionali agroalimentari che operano con gli organismi geneticamente modificati (colture transgeniche). Perché?
Attraverso la scelta della ventennale sospensione della produzione, le multinazionali introducono gli OGM nel settore agricolo italiano, una manovra occulta che scarica la responsabilità sulle Regioni.
Il passaggio successivo "Alternative allo Stop della Produzione Agricola e Soluzioni Sostenibili" diviene essenziale per informare coloro che lavorano nel settore e chiunque altro, sulle opzioni che possano garantire una sicurezza alimentare più resiliente ed effettivamente sostenibile.
Alternative allo Stop della Produzione Agricola e Soluzioni Sostenibili
Il collegamento a BioAksxter® si fa evidente quando consideriamo la necessità di disinquinare l'agroecosistema. La tecnologia che caratterizza le formulazioni BioAksxter® è la soluzione innovativa agli impatti ambientali delle pratiche agricole. L'introduzione di BioAksxter® da parte delle aziende agricole rappresenta un elemento chiave per trasformare la temporanea sospensione della produzione in un'opportunità concreta di disinquinamento e rinnovamento dell'agroecosistema (a partire dalla rigenerazione del suolo) con ricaduta positiva sulle rese qualitative e quantitative.
Tale approccio non solo preserva la sicurezza alimentare, ma garantisce una produzione agricola a lungo termine. La sfida rimane nell'integrare questa tecnologia nell'Agenda Verde dell'Unione Europea, affinché la transizione verso pratiche agricole più sostenibili sia attuabile e coerente.
Detto ciò, chi è ancora convinto del ritiro ventennale dei seminativi dalla produzione agricola come soluzione del futuro?