Ricercatore Alessandro Mendini lascia tutto a Silvana Zambanini
C’è chi pensa a Dio come un vecchio con la barba e agli alieni come strani esseri verdi con le antenne: quelli non sanno usare la mente, non sanno immaginare e quindi non vedono. Nel loro cervello ci sono soltanto stereotipi.
La nostra mente se viene lasciata in folle non può conoscere. Ci sono degli stadi, il primo è quello dell’immaginazione, poi, per viaggiare libera-mente e conoscere, bisogna innescare le altre marce. E’ allora che si possono scoprire altre dimensioni, così hanno fatto certe menti creative.
Sono menti che hanno raggiunto alti livelli di conoscenza, ma che si sono trovate sole, perché troppo distanti dal resto dell’umanità. Menti che sono libere e soffrono delle prigioni altrui. Menti che porgono una mano per dare aiuto, ma a cui viene strappato il braccio.
E’ il caso del ricercatore Alessandro Mendini. Lui ha dato una risposta concreta all’eterna domanda “siamo soli nell’universo?” portandoci una tecnologia extraplanetaria che come motore dello sviluppo umano potrebbe evitare alla nostra giovane umanità un’ulteriore storia di civiltà autodistrutta.
“Nel cristallo ci sono i progetti dell’intero universo” sono le sue parole, ma qui a parlare non è l’uomo che ha sempre affidato al cielo la parte del mistero che non riusciva a risolvere, è invece chi lo rivela. Infatti guardando i suoi macchinari spaziali, adoperando le sue avanzate formulazioni si incontra il sapere profondo dell’Universo sul piano materiale, in ciò che sembrerebbe appartenere più ad una realtà industriale ed economica, dunque alla mercé di tutti. E’ “il verbo si fece carne” la connessione fra energia e materia.
Strumentazioni Mendini nel Parco Scientifico Tecnologico AXS M31
Alessandro Mendini: la ricerca sulle energie dal 1978 al 2019
Ora che l’umanità sembra aver perso il passo e mostra di scivolare indietro vagando nel caos più assoluto, incapace di distinguere il vero dal falso, l’autentico dall’illusorio, la vita dalla morte, il possibile cambiamento di direzione ci viene suggerito con la scelta di questo singolare ricercatore. Giunto all’apice della sua ricerca, dati i fatti trascorsi, il ricercatore Alessandro Mendini ha lasciato a Silvana Zambanini, titolare della AXS M31, che da venti anni sta investendo sulla sua scoperta: tutta la sua ricerca, le formulazioni per la produzione dei fertilizzanti disinquinanti BioAksxter® e la formulazione per la produzione del decontaminante Almen XM236, nonché le modalità di mantenimento delle strumentazioni storiche, testimonianza del suo passaggio su questo pianeta.
Ricercatore Alessandro Mendini e Silvana Zambanini, titolare della AXS M31
Il gioco complesso tra visibile e invisibile non è solo un affare di scienza, lo è nell’arte, nella tecnologia e in tutti i rami dello scibile umano. Proprio nell’entrata del nuovo millennio la scoperta Mendini ci ha offerto la possibilità di togliere il velo di una scienza obsoleta che ha fermato il nostro cammino; lo ha fatto dando nuovi significati e nuove visioni, ma soprattutto modi concreti di ritrovare per poi ricongiungere nuovamente arte, scienza e religione, intese come metodi di indagine della vita, ma ad una voluta più alta della spirale evolutiva.
Peccato che Alessandro Mendini abbia chiuso qui la sua ricerca, poco dopo aver avviato lo studio sulla trasformazione dei polimeri sintetici in polimeri naturali riguardante le micro e nanoplastiche, piaga inguaribile del nostro ultimo tempo.