
Recovery: il processo di risanamento della pianta
Recovery è un termine della lingua inglese che sta per recupero, riabilitazione, risanamento. Nel caso delle piante si fa riferimento all’incompreso fenomeno della scomparsa dei sintomi di una malattia attribuito alla capacità reattiva della pianta.
Non c’è dubbio che le piante siano capaci di reagire agli squilibri indotti a vari livelli, siano essi di natura ambientale piuttosto che biologica o chimica. Ad un certo punto però, si arriva al culmine ed è lì che subentra l’incapacità di reagire. Succede anche alle persone. Nelle persone gioca l’aspetto emotivo e forse anche nelle piante perché vecchi contadini dicevano “quella pianta si è offesa, non c’è più niente da fare”.
Quando l’agricoltore si chiede “come faccio a cambiare le cose che non funzionano, come faccio a guarire le mie piante, come faccio a non avere perdite economiche dovute al calo di rese” allora il termine recovery vale sia per le piante che per l’agricoltore. Infatti, l’agricoltore è come un genitore che ha perso la serenità perché il figlio è drogato, solo che in questo caso a drogare le proprie colture è stata proprio la sua inconsapevolezza. Sì, perché l’abuso di sostanze, dettato da un sistema agricoltura fermo alla prima industrializzazione agricola e dunque molo lontano da pratiche agricole sostenibili, ha ormai minato la salute del suolo e delle colture.
Quando ci si rende conto che le piante sono dipendenti dalla chimica e soggette all’invasività di organismi nocivi, i terreni sono improduttivi, i prodotti agroalimentari insani, ecco sorgere l’urgente necessità di riabilitare le colture. Peccato che l’alzata di ingegno avvenga solo ora, cioè tardi e soprattutto dopo ben 23 anni dall’avvento delle formulazioni disinquinanti BioAksxter®. Qualcuno commenta “ciò che realmente servirebbe al sistema agricoltura è innanzitutto la riabilitazione mentale dei suoi esperti addetti ai lavori”.
BioAksxter® è una risorsa sottratta agli agricoltori e a tutta la filiera, dal campo alla tavola; una risorsa nascosta dietro al dito ignorante di chi non potendola gestire ha perfino ironizzato (il Viagra delle piante) o si è fatto beffa (mettetevi i guanti di gomma quando trattate così evitate la scossa) del potere energetico di tale formulazione: coltivare un ettaro di terra per un intero anno con solo 0,5 ml a mq, trarne frutti migliori con 1 ml, risanarla con 1,5 ml.
E così l’agricoltore dimenticando che Madre Natura con poco fa molto segue il becero suggerimento che fa comodo alle dinamiche economiche, sociali ed ambientali del mercato.
Recupero, risanamento, riabilitazione della coltura
Le piante ammalate possono reagire alla malattia nella misura delle proprie forze, pertanto, quelle trattate con BioAksxter® essendo al massimo del loro potenziale energetico sono in grado di attuare un processo di risanamento attivando la capacità di recupero della memoria. Tale processo di risanamento della pianta, ovvero il Recovery, rappresenta il superamento di un vecchio sistema di difesa fatto di lotte di vario tipo ed estirpi che troppo costano in termini di portafoglio e di salute.
La remissione spontanea dei sintomi in piante precedentemente sintomatiche spesso riscontrata in malattie catalogate come fitoplasmosi dei fruttiferi risulta un fenomeno non ancora compreso. Pare che siano state affidate ai fitoplasmi ed agli immancabili vettori le cause imperscrutabili ed insuperabili di molte malattie delle piante (ormai 700 patologie riferibili ai fitoplasmi e 100 specie di insetti vettori).
Sebbene con il recovery si tenti di mettere in luce il percorso di recupero della pianta, troppo deboli risultano le interpretazioni del fenomeno rispetto alla proposta delle usuali risorse. Questo dimostra che la ricerca ufficiale è ancora lontana dalla verità.
Recovery: fenomeno incompreso o riprogrammazione della pianta?
Il Recovery invocato quale soluzione alternativa alla chimica nella sconfitta delle malattie delle piante non può essere indotto artificialmente o mediante protocolli agronomici, insomma alla natura non si comanda. Vano l’utilizzo di sostanze come, ad esempio, i tannini nelle colture viticole, ossia di prodotti reattivi all’infezione, in seguito all’alterazione della programmatica primaria della pianta.
La via del recovery passa dalla riprogrammazione dello scorrimento spazio-temporale che basa sui livelli energetici della pianta. Ecco perché l’empowerment fornito dalle cariche magnetiche delle formulazioni BioAksxter® comporta la riattivazione mnemonica del vegetale attraverso la creazione dei “memorini” e quindi il graduale risanamento della pianta.
I memorini (una scoperta del ricercatore Alessandro Mendini) sono l’espressione sotto forma cristallina della memoria dimensionale planetaria accumulata nel moto di rotazione terrestre e trasmessa ad ogni organismo mediante il campo magnetico.
Il potenziale energetico di ogni memorino è differenziato in una gamma di forme, suoni e colori, un’energia d’onda paragonabile a una capacità d’informazione pari ad almeno 50.0003 gigabyte al nanosecondo (un miliardesimo di secondo) fornita alla struttura atomica.
Una goccia di BioAksxter® può contenere 80-100 memorini, una memoria naturale di costruzione idrofonata dalla pianta.
I memorini sono parte di un meraviglioso mondo regolato dall’intelligenza di base planetaria, a noi visibile solo in minima parte.
Memorini al microscopio – Tratto dagli studi (1987) del ricercatore Alessandro Mendini.
Le unità energetiche che ripotenziano la memoria della pianta.
Centro di Ricerca AXS M31.