Prevenzione in agricoltura: sì, ma quale?
Dai diari di Silvana Zambanini
Non limitatevi ad associare la prevenzione alla sicurezza sul lavoro, non è del ribaltamento del trattore che vi voglio parlare né delle malattie professionali.
A dire il vero qualche commento sui rischi conseguenti all’uso degli agrofarmaci ci starebbe. Ho conosciuto agricoltori che preparavano il verderame a braccio nudo, come sempre avevano fatto. A braccio nudo non perché avessero caldo, ma per diluirlo in acqua e mescolarlo con altri prodotti. Certo non è come usare il BioAksxter®, privo di effetti nocivi e se ci metti le mani la pelle diventa bella liscia; con gli altri prodotti per l’agricoltura invece c’è da stare su con le orecchie. Malattie professionali a parte, la prevenzione in agricoltura a cui mi riferisco riguarda il futuro dell’azienda agricola. Il futuro delle produzioni.
Prevenire è meglio che curare
L’espressione “prevenire è meglio che curare”, che trova nel ‘600 le sue radici ed è tutt’ora in voga in ambito medico sanitario, può essere un monito in molti ambiti della nostra vita. Anche in quella dell’agricoltore che, oggi più che mai, deve assicurarsi il futuro della propria azienda agricola.
La guida di Coldiretti rivolta ai giovani agricoltori riguarda l’aspetto burocratico necessario per chi vuole mettere su un’azienda agricola, ma ciò non basta. Il progetto imprenditoriale di sfruttare le potenzialità che la terra può offrire, il sogno romantico di “vivere a contatto con la natura”, di “coltivare rimanendo in perfetta sintonia con la natura”, sono aspettative che possono essere deluse dall’altra faccia della medaglia.
Terreni stanchi ed improduttivi, malattie delle piante, squilibri colturali ed ambientali, avversità continue: l’agricoltura è diventata un campo di battaglia. Una battaglia ambientale.
Attenzione, ora ci sono nuovi nemici, fanno a capo dell’armata cambiamenti climatici. Agiscono alterando le condizioni biologiche, pedoclimatiche e agronomiche, così facendo spazio all’armata patogeni. Dopo anni di lotta contadina, di lotta integrata e di lotta ai vettori … ci si può capire bene: l’agricoltura è un terreno di guerra e quindi di morte, ma la prevenzione può trasformarlo in un terreno di vita.
Prevenzione in agricoltura, una direzione obbligata
Il settore dell’agricoltura da un lato è statico perché ancora tanto legato alla tradizione, alla routine, risultando per certi versi arretrato, dall’altro lato è estremamente dinamico perché sottoposto a pressanti cambiamenti sociali ed economici. Però in questi due lati della via, sono le condizioni ambientali a farla da padrona, permettendo un avanzamento o imponendo un arresto. Questo fenomeno multidimensionale proietta il sistema agricoltura fuori dal recinto dove si è rinchiusa: la ricerca di un modello innovativo diverso da quello convenzionale. Oggi le regole le mette Madre Natura, presentando il conto. Il conto ambientale.
Bisogna capire che stiamo andando incontro ad una catastrofe ambientale, risultato degli errori fatti nel passato e che si continuano a fare. Prevenzione in agricoltura significa conciliare le difficoltà del presente (presente che è sempre frutto del passato) con il futuro. Significa assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri. Primo fra tutti il cibo.
E’ il concetto di sostenibilità che però siamo chiamati a tradurre in azione, non certo usando questa parola come claim pubblicistico.
No prevenzione. No party.
Per dirla alla Clooney, ma a sanzionare l’intero settore agricolo, e non solo, questa volta è proprio Madre Natura, massima autorità giudiziaria. Se le pratiche agricole e le cosiddette competenze tecniche non rispettano le sue leggi, la pena si traduce in nuovi danni per l’agricoltura, che però non diverrà campo di rieducazione per gli addetti.
Le misure di prevenzione devono partire dal basso, dall’operatore stesso al quale viene chiesto di uscire dal circolo vizioso del “si è sempre fatto così”, del “chiedo al mio tecnico”, che a sua volta ha imparato che si fa così, quando invece quello che chiede la natura è di coltivare in modo ragionevole.
La produzione agricola sarà sempre più ridotta di anno in anno, a causa di eventi meteorologici estremi e di altri fattori quali la diffusione di parassiti e malattie. Ragionevole non è sostituire le varietà agricole con altre più adatte alle nuove condizioni, non è cambiare le tipologie delle colture mantenendo i terreni inquinati, non è alzare i limiti massimi dei residui nei prodotti agricoli, né la proroga della scadenza delle autorizzazioni dei principi attivi. Non c’è più tempo per limitarsi a questo.
Dichiarava ancora nel 2006 il ricercatore A. Mendini a proposito di BioAksxter® “la mia ricerca supera l’individuazione dei vettori di trasformazione delle malattie e considera gli equilibri energetici primari dalla cui alterazione essi derivano”. Il comparto agricolo ha perso altri 15 anni e non c’è più tempo per attendere.
Prevenzione significa azione, agire per proteggere i risultati del proprio lavoro ed evitare ripercussioni sulla qualità e sulla reperibilità dei prodotti agricoli. Perché è di questo che ci si deve preoccupare.
No prevenzione. No cibo.