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Potatura invernale: perché e come

Potatura invernale: perché e come

21 gennaio 2020 - BioAksxter

L’inverno è il periodo in agricoltura meno impegnativo in termini di ore e di stress per il contadino… ma una volta terminata la raccolta è comunque tempo di preparare le colture per la ripresa vegetativa ed il nuovo ciclo colturale. Una delle operazioni più importanti, nel caso delle piante arboree, è proprio la potatura invernale.

Potatura: solo di inverno?

Con il termine potatura le prime cose che passano per la testa sono riferite al periodo invernale, alle forbici, al taglio dei rami, al freddo… sottolineiamo però che anche altri interventi svolti nel periodo vegetativo rientrano nelle operazioni di potatura.

Nella potatura sono compresi tutti gli interventi che modificano lo sviluppo naturale delle piante, sia dal punto di vista vegetativo che della fruttificazione.

Gli interventi svolti in presenza di vegetazione sono definiti interventi di potatura verde. Esempi di interventi di potatura verde, eseguiti anche su colture erbacee, sono:

  • Cimatura, ovvero il taglio dei rami più distanti dal suolo, svolta sia in alcuni fruttiferi che in colture annuali, ad esempio la cimatura dei pomodori.
  • Sfogliatura, cioè la rimozione di foglie per consentire un migliore microclima riducendo l’incidenza delle malattie, operazione molto importante in colture come la vite.
  • Scacchiatura, detta anche sfemminellatura. L’operazione consiste nell’eliminazione dei germogli secondari, definiti anche ascellari, che sono meno produttivi (a volte improduttivi). La loro eliminazione favorisce una migliore qualità a carico dei frutti principali. Un esempio è la sfemminellatura del pomodoro.
  • Spollonatura, ossia la rimozione dei rami basali sviluppatasi dal legno vecchio, spesso improduttivi.
  • Diradamento di fiori e frutti, un’operazione importante soprattutto nelle Pomacee e nelle Drupacee per garantire frutti con pezzatura omogenea ed evitare fenomeni di alternanza.
  • Taglio delle radici, operazione svolta generalmente in primavera nei fruttiferi molto vigorosi, su entrambi i lati del filare.

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Diradamento meccanico del pesco

Obiettivi della potatura invernale

Prima di eseguire un qualsiasi intervento è cosa buona per ogni agricoltore pensare al motivo per cui eseguire certe operazioni. Capire il perché effettuare determinati interventi è fondamentale per ottimizzare il risultato ed eseguirli in maniera appropriata. Anche la potatura non fa eccezione.

A seconda dell’età delle colture esistono due tipologie di potatura:

  • Potatura di allevamento (o formazione), con lo scopo di raggiungere la forma di allevamento scelta e formare una pianta ben strutturata e pronta ad entrare in piena produzione. Viene effettuata normalmente nei primi 2-3 anni delle colture. L’entrata in produzione va accompagnata ad uno sviluppo ottimale del legno.
  • Potatura di produzione, la quale si prefigge come obiettivo principale quello di favorire la costanza e la qualità delle produzioni nel corso degli anni, mantenendo la sanità delle piante evitando la diffusione di malattie del legno e consentendo il mantenimento di un microclima favorevole ed un’adeguata esposizione ai frutti.

Termini utilizzati: facciamo un po’ di chiarezza

Anche la potatura ha il suo linguaggio!

Di seguito alcune delucidazioni, ideali per orientarsi meglio quando parliamo di potatura.

  • Lunghezza dei rami. Si parla di potatura corta (es. cordone speronato nella vite, vedi immagine) quando si lasciano i rami più corti, invece potatura lunga quando in seguito ad interventi di taglio generalmente meno drastici si lasciano rami più lunghi.
  • Cadenza degli interventi. Nella maggior parte dei casi si esegue una potatura annuale, ma gli interventi possono essere svolti con cadenza biennale o poliennale, soprattutto se richiedono un numero di ore importanti (es. olivo) oppure se questi sono impegnativi e molto costosi (es. piante ornamentali che hanno raggiunto altezze elevate).
  • Quantità di legno asportato. Si parla di potatura leggera nel caso in cui vengano eliminati pochi rami ed asportata una piccola quantità di legno. In caso di interventi più drastici si parla invece di potatura abbondante.
  • Obiettivi specifici. Si tratta di potatura di riforma o ristrutturazione per riportare la pianta alla forma desiderata, di potatura di ringiovanimento per rinnovare piante ormai vecchie e/o poco produttive e potatura di risanamento quando vengono eliminati rami secchi o attaccati da parassiti.

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Vigneto a cordone speronato

Un altro parametro importante è il numero di gemme lasciate in potatura. Sia con potature corte che potature lunghe è possibile lasciare un elevato numero di gemme. Nel caso della potatura corta andranno ad esempio lasciati un certo numero di speroni, ovvero rami che vengono raccorciati a 2-3 gemme visibili, tipici di molte forme di allevamento della vite.
Sentiamo inoltre spesso parlare di taglio di ritorno, ovvero un taglio eseguito per limitare la crescita della pianta in altezza (nelle piante acrotone) o in larghezza (nelle piante basitone).

Linee guida per ottimizzare il risultato

“Ogni pianta è diversa una dall’altra” è una frase tipica che sentiamo pronunciare ai potatori più esperti. Troviamo una grande verità in queste parole, in quanto il potatore ormai esperto sarà in grado di valutare il da farsi e scegliere la potatura invernale migliore per le sue piante.

Informazioni che l’operatore dovrà conoscere prima di iniziare

  • Caratteristiche delle specie. Si tratta di piante acrotone o basitone? Nel primo caso dovremmo stare attenti a non far sviluppare la pianta troppo verso l’alto per evitare problemi nella gestione colturale (es. melo, vite, actinidia), mentre per quanto riguarda le piante basitone (es. olivo) dovremmo limitare la crescita in larghezza della nostra coltura.
  • Tipologie di formazioni produttive. Alcune colture presentano differenti tipologie di rami con diverse caratteristiche (es. lamburda nelle Pomacee). Prima di potare è importante riconoscere tali formazioni produttive.
  • Varietà coltivata. Alcuni sistemi di allevamento e di conseguenza alcune potature non sono adatte per alcune varietà (es. nel caso della vite allevata a cordone speronato è presente un certo numero di speroni. Cultivar come Chardonnay e Cabernet Sauvignon danno buoni risultati con questa forma di allevamento, cosa che non avviene nel caso del Nebbiolo e del Sauvignon bianco, data la scarsa fertilità delle gemme basali).
  • Vigore delle piante. Nel caso di piante vigorose e molto produttive si consiglia di non effettuare una potatura eccessiva, mentre per piante deboli è consigliato un intervento più incisivo, lasciando poche gemme in modo da favorire la spinta vegetativa.
  • Evitare tagli su legno vecchio. In tutte le colture vanno evitati tagli a raso su legno vecchio (con più di 2 anni). Questi interventi determinano un forte stress alle colture, favorendo anche la comparsa di malattie del legno, come il mal dell’esca.
  • Dare una forma alla coltura. I tagli vanno svolti in modo da favorire o far assumere alla pianta la forma desiderata, evitando fenomeni di ombreggiamento, scegliendo rami con un legno ben sviluppato ed asportando quelli malati.

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Le lamburde, formazioni produttive tipiche delle Pomacee.

Quando potare?

Spesso vediamo agricoltori iniziare la potatura appena finita la raccolta… a volte questa scelta è purtroppo necessaria, data l’ampia superficie da lavorare.

Tecnicamente una volta terminata la raccolta, spesso i rami della pianta non sono ben lignificati. E’ bene quindi evitare di potare troppo presto (poco dopo terminata la raccolta) ove possibile ed attendere che la lignificazione sia adeguata su tutto l’appezzamento. Più presto inoltre avviene l’intervento e più veloce sarà anche la ripresa vegetativa e la sensibilità alle gelate primaverili.

Alcuni consigli da seguire sono i seguenti:

  • attendere un’adeguata lignificazione dei rami e ritardare il più possibile l’intervento in modo da ridurre la sensibilità alle gelate primaverili;
  • potare il più tardi possibile nelle cultivar e nelle zone maggiormente soggette a rischio gelate;
  • a parità di condizioni eseguire l’intervento prima su varietà precoci e poi su quelle tardive. Ritardi eccessivi nel germogliamento si possono poi ripercuotere nel corso della stagione. L’intervento troppo tardivo, con germogliamento già avvenuto determina inoltre un fattore di stress per la coltura;
  • evitare di potare nelle giornate più fredde, in caso di pioggia o elevata umidità. I tessuti del legno risultano in queste condizioni più fragili ed il rischio di infezioni fungine è particolarmente elevato;

La potatura invernale secondo le specie

Per ogni specie esistono delle differenti linee guida da seguire, senza però dimenticare le considerazioni fatte più sopra. Per eseguire una potatura a regola d’arte è necessario valutare ogni pianta singolarmente. Anche all’interno dello stesso appezzamento coltivato con piante appartenenti alla stessa specie ed alla stessa varietà vi sono delle differenze, soprattutto in termini di vigore.

Alcuni consigli utili per una corretta potatura in base alla specie

  • nell’actinidia, normalmente allevata a cordone, vanno eliminati i rami troppo vigorosi o quelli che ombreggerebbero il cordone. Gli interventi di raccorciamento dei rami vanno evitati o quantomeno limitati;
  • nel ciliegio si consiglia una potatura lunga che garantisce un maggior equilibrio tra produzione e pezzatura dei frutti. Con la potatura corta sono state segnalate sì pezzature elevate ma a scapito della resa;
  • nel fico, una volta entrato nella fase produttiva, gli interventi di potatura sono generalmente limitati ad interventi di rimozione di branche in cattiva posizione, rami malati e polloni;
  • nel melo la varietà incide fortemente sulle modalità d’intervento. Ad esempio, cultivar come Morgenduft o Granny Smith, più vigorose, necessitano di minori interventi. Altre varietà come le “spur”, necessitano di un maggiore intervento per mantenere la spinta vegetativa, permettendo il ringiovanimento delle lamburde, le formazioni produttive più importanti;
  • nell’olivo la potatura ha come obiettivo principale quello di permettere un’adeguata penetrazione della luce solare. Un’attenzione particolare va prestata a non far crescere troppo l’olivo in larghezza. I rami tendono a fruttificare nella parte mediana e basale producendo germogli nella parte apicale, i quali produrranno frutti l’anno successivo. Si formeranno dei cosiddetti archetti. Quando l’allungamento è di difficile gestione è necessario effettuare un taglio di ritorno;
  • il pesco è una pianta che ha bisogno di potature importanti. Eseguendo la potatura del pesco vengono tolti normalmente più del 50% dei rami di una pianta adulta;
  • nella vite la potatura è influenzata dalla forma di allevamento, viene infatti eseguita talvolta una potatura lunga (es. guyot, pergole, sylvoz) o corta (es. cordone speronato e GDC). Le gemme lasciate in potatura sono generalmente meno di 10 nel caso del guyot, mentre in altre forme di allevamento come la pergola viene mantenuto un numero di gemme superiore (generalmente 20-30);

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Pesco in fioritura. È una tra le specie più esigenti in fase di potatura, data la quantità di legno da asportare

Attrezzi e costi di produzione

Negli ultimi anni si è riscontrato un incremento della meccanizzazione anche in fase di potatura.

Dal semplice utilizzo di forbici manuali, sono state poi introdotte le cosiddette forbici agevolatrici. A partire dagli anni ’80 hanno riscontrato un grande successo le cosiddette forbici pneumatiche, alimentate dall’aria compressa fornita generalmente da un compressore collegato alla trattrice. Un’altra variante sono le forbici oleodinamiche (dette anche idrauliche), alimentate da un impianto idraulico, autonomo o della trattrice.

Dagli anni ‘2000 si riscontra la diffusione delle forbici elettriche, caratterizzate sì da una minore capacità di taglio (soprattutto nel caso di grossi diametri) ma anche da una maggiore sicurezza rispetto alle forbici pneumatiche ed oleodinamiche.

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Potatura manuale con forbice agevolatrice elettrica

In alcune forme di allevamento è possibile eseguire la potatura meccanica, con l’impiego delle cosiddette macchine pre-potatrici con annessa rifinitura manuale eseguita in contemporanea alla potatura oppure in un momento successivo (es. viti allevate a cordone speronato). Nel caso di rami di diametro maggiore può essere necessario utilizzare un troncarami. Se il numero di rami di grosso diametro è particolarmente elevato si consiglia l’impiego di seghe o motoseghe.

Potatura ad altezze elevate

Se i rami da tagliare sono ad altezze elevate è possibile utilizzare dei potatori telescopici o delle seghe telescopiche, disponibili anche nelle versioni a benzina o a batteria.

Altre attrezzature che agevolano la potatura sono le cosiddette piattaforme aeree. Nel caso delle mele, ad esempio, l’utilizzo di piattaforme aeree ideate per la fase di raccolta (da qui il nome carro raccolta, o carro raccoglifrutta) permette un notevole risparmio di tempo e costi rispetto all’utilizzo delle scale, soprattutto nel caso di elevate superfici di terreno da potare. Sono macchine semoventi a 4 ruote alimentate generalmente da un motore diesel, anche se i modelli elettrici sono negli ultimi anni in aumento. Tali macchine sono progettate in modo da poter operare anche in pendenza, più o meno elevata a seconda dei modelli.

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Utilizzo della piattaforma aerea / Macchina pre-potatrice

Anche nel caso di piante ornamentali in cui vi sia necessità di raggiungere altezze elevate si ricorre all’utilizzo di piattaforme aeree dotate di bracci meccanici che permettono di raggiungere altezze elevate (anche 50 m, nel caso di modelli impiegati principalmente nel settore edile).

In termini di costi di produzione la potatura è l’operazione che, assieme alla raccolta, incide maggiormente nei costi di gestione del frutteto o del vigneto. In alcuni casi la potatura può superare il 30% dei costi di gestione.

La meccanizzazione ha aiutato a diminuire indubbiamente la percentuale di costo di questa lavorazione. Maggiori saranno le superfici da potare e minore sarà il tempo necessario all’ammortamento delle macchine (es. forbici agevolatrici, carri raccolta).

BioAksxter®: un aiuto anche in fase di potatura invernale

I benefici legati alle formulazioni BioAksxter® sono riscontrabili anche nella fase di potatura.

A parità di superficie gli interventi risulteranno più semplici nei vigneti e nei frutteti equilibrati.

In condizioni di gestione ottimale e di equilibrio delle colture la scelta dei rami da lasciare in potatura risulta semplificata: i tessuti vegetali risultano elastici senza presentare fragilità, si riducono gli interventi sul legno più vecchio. I tagli sono meno impegnativi, con un risparmio di costi, sia espliciti che impliciti.

E’ consigliato inoltre l’utilizzo di BioAksxter® anche per la disinfezione delle forbici: tale intervento eseguito dopo la pulizia della lama limita il passaggio nelle piante di batteri, funghi e virus.

Le formulazioni BioAksxter® unite ad una gestione ottimale della coltura permettono di portare e mantenere le colture in condizioni di equilibrio.

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