POTATURA DELL’OLIVO: Come, Quando e Perché?
“Spiegatemi come effettuare la potatura dell’olivo”, è una richiesta che molti agricoltori hanno posto almeno una volta nella loro vita. Infatti, in tanti si chiedono:
- Perché effettuare la potatura dell’olivo?
- Qual è il periodo di potatura dell’olivo?
- Ogni quanto bisogna potare gli ulivi?
- Che forma di allevamento dare all’olivo?
- Cosa fare se c’è il rischio di forti ed improvvisi abbassamenti di temperatura o, ancor peggio, di gelate tardive?
- Quale tipo di potatura dell’olivo permette la più rapida entrata in produzione?
- Quali rami eliminare durante la potatura dell’olivo?
- Ogni volta che poto, crescono molti succhioni, alcuni dei quali diventano grossi. Perché questo succede?
- Devo far potare il mio oliveto da un professionista o lo posso fare io?
- Lasciando libera la pianta dell’olivo si riesce poi a correggere i rami e ad impostare il vaso?
- Come si tolgono i polloni? E’ sufficiente tagliarli a livello del suolo?
- Si dice che, potando, si devono togliere i rami che hanno fruttificato l’anno precedente… ma come si fa a riconoscerli?
- Come riconoscere i rami fruttiferi dell’olivo? Quali rami producono olive?
Allora iniziamo con ordine e cerchiamo di capire meglio come effettuare la potatura dell’olivo!
Prima di tutto bisogna però distinguere tra:
- Potatura di produzione il cui scopo è mantenere gli alberi sempre produttivi nel tempo. Consiste nel recidere in modo netto rami e branche che per vari motivi (secchezza, malattia, etc.) non sono più produttivi o ancora rami che sono particolarmente grossi ed invasivi come polloni e succhioni.
- Potatura di rinnovo, detta anche di riforma o ringiovanimento, che viene fatta invece quando l’olivo necessita di essere rinvigorito a causa dell’invecchiamento, da condizioni atmosferiche avverse o quando si vuole modificare la forma all’albero.
- Potatura di rimonda, detta anche la slupatura, effettuata con lo stesso scopo della potatura di rinnovo, ovvero per ridare il vigore alle piante d’olivo eliminando però il legno morto e fortemente danneggiato, per esempio da incendi o da malattie tipiche dell’olivo come la lupa o la carie dell’olivo.
Potatura di olivi secolari sul Lago di Garda
Perché effettuare la potatura dell’olivo?
Una adeguata potatura tende a ridurre il fenomeno dell’alternanza di produzione tipica dell’olivo, che si ripercuote particolarmente sulla redditività della coltura. Potature e concimazioni equilibrate possono contribuire a ridurre di molto l’alternanza di produzione dell’olivo. A proposito, in questo articolo troverai maggiori informazioni sulla Concimazione dell’olivo con BioAksxter®, l’equilibratore naturale di pianta e terreno.
Ecco una risposta semplice e concreta del perché va effettuata la potatura dell’olivo, ovvero le 8 ragioni fondamentali:
- Rinnovare i rami produttivi
- Eliminare il legno secco e danneggiato
- Favorire la penetrazione della luce e dell’aria nella chioma
- Sostenere la crescita vegetativa
- Contenere le dimensioni dell’albero
- Prevenire un precoce invecchiamento vegetativo delle piante adulte
- Diminuire l’alternanza di produzione
- Evitare malattie dovute a parassiti
Qual è il periodo di potatura dell’olivo?
Il periodo migliore per la potatura dell’olivo va da dicembre-gennaio, durante il riposo vegetativo, fino alla mignolatura (comparsa dei fiori). Se la primavera è già iniziata e le piante sono in “amore” come dicevano i nostri vecchi… pensateci due volte prima di potare! E’ opportuno tenere conto degli sbalzi termici e delle gelate tardive che potrebbero danneggiare le piante.
Tra aprile e agosto invece, viene effettuata quella potatura che consente l’eliminazione di polloni e succhioni, chiamata potatura verde.
Ogni quanto bisogna potare gli ulivi?
Durante il primo anno di sviluppo della pianta dalla messa a dimora è meglio non effettuare nessun intervento di potatura in modo tale che la pianta rafforzi le radici, lo sviluppo del tronco e delle branche. Ricordiamoci che la potatura rappresenta circa il 20-30% del costo di produzione dell’olio, per questo tanti olivicoltori eseguono una potatura limitata ogni anno, con chiome ben aperte e correttamente arieggiate, al fine di salvaguardare la massima produttività della pianta.
Potatura dell’olivo: che forma di allevamento dare all’olivo?
Forme di allevamento delle piante di Olivo
Esistono diverse forme che possiamo dare all’ulivo, tutto dipende da ciò che vogliamo realizzare. Infatti, è possibile iniziare ad impostare una corretta potatura solo conoscendo adeguatamente le caratteristiche vegetative e produttive dell’olivo e la cultivar.
Le forme di allevamento delle piante di olivo possono essere suddivise sulla base della forma della chioma (in volume o in parete), della rigidità dello scheletro (forme libere o meno), della presenza del tronco (vaso o cespuglio) e dell’altezza di questo (vaso basso o vaso tradizionale). Le più comuni sono:
- Cespuglio
- Globo
- Ombrello
- Vaso cespugliato
- Monocono
- Vaso policonico
- Palmetta
- Ipsilon
Lo sapevi? La forma di allevamento a vaso cespugliato si è diffusa in seguito alla grande gelata del 1985 ed è formata da 3-4 polloni principali che partono direttamente dal terreno. Questa forma di allevamento permette di mantenere, grazie alle potature, una pianta decisamente più bassa rispetto allo standard.
Potatura a vaso policonico
Quella a monocono invece è una forma di allevamento che ben si adatta alla meccanizzazione ed a sesti di impianto fitti, mentre il vaso policonico è sicuramente tra le forme più diffuse. La potatura a vaso policonico è senza dubbio la più consigliata per consentire un ottimo arieggiamento della chioma; prevede un singolo fusto dove ad un’altezza di 100-110 cm (si dice anche “a petto d’uomo”) si fanno diramare all’esterno 3 o più branche principali.
Cosa fare se c’è il rischio di forti ed improvvisi abbassamenti di temperatura o, ancor peggio, di gelate tardive?
In caso di forti sbalzi termici suggeriamo di effettuare un ulteriore trattamento con BioAksxter® per evitare lo stress e far sì che gli olivi non vadano in sofferenza. A proposito, ti interesserà sicuramente questo articolo su Come proteggere le piante dal freddo e dalle gelate primaverili?
Quale tipo di potatura dell’olivo permette la più rapida entrata in produzione?
Studi effettuati in Umbria e in Toscana già nei primi decenni del ‘900 dimostrano un incremento della capacità produttiva delle piante allevate a vaso policonico (con cima). La “funzione di cima” risulta fondamentale per equilibrare la pianta e distribuire risorse tra attività vegetativa e produttiva. Olivicoltori in vari regioni d’Italia, hanno visto che nei giovani impianti l’uso di BioAksxter® ha permesso di anticipare almeno di 1 anno l’entrata in produzione.
Quali rami eliminare durante la potatura dell’olivo?
Un’ottimale potatura dell’olivo non può prescindere dalla conoscenza dei diversi rami della pianta:
- rami di prolungamento – hanno un portamento pendulo ed una crescita obliqua
- rami a frutto o rami fruttiferi – sono i rami sui quali si svilupperanno le olive ovvero quelli che garantiranno i maggiori quantitativi di produzione nell’anno successivo. Si devono conservare prevalentemente quelli a portamento verticale e a medio vigore
- succhioni, detti anche ricacci o cacchi – sono rami che si originano all’interno del tronco e delle branche da gemme latenti in posizioni medio-alte della chioma. I succhioni sono rami piuttosto vigorosi e sempre sterili e vanno sempre eliminati
- polloni – sono rami che si sviluppano dal tronco o dalla ceppaia della pianta. Sono rami di solito sterili e da eliminare, ma, a seconda delle varie cultivar, possono anche fiorire e fruttificare l’anno seguente alla loro formazione
Ogni volta che poto, crescono molti succhioni, alcuni dei quali diventano grossi. Perché questo succede?
L’elevata presenza di succhioni e polloni indica la presenza di notevole attività vegetativa e squilibrio vegeto-produttivo; è quindi opportuno cercare di capire il perché la loro crescita è stata abbondante; in genere, per esempio, la notevole presenza di succhioni è legata a potature drastiche e ad eccessivo apporto di concime o a irrigazioni troppo abbondanti. BioAksxter®®, impiegato nella concimazione dell’olivo, porta ad un efficace riequilibrio del sistema pianta-suolo con notevoli benefici a vantaggio di sanità e fertilità del terreno nonché della resistenza alle malattie dell’ulivo.
Devo far potare il mio oliveto da un professionista o lo posso fare io?
Se siete novelli in materia, prima di iniziare l’attività di potatura dell’olivo, vi consigliamo vivamente di osservare con molta attenzione le persone più esperte che operano nella zona e acquisire così tutte le nozioni di base. Vale più la pratica che la grammatica!
Lasciando libera la pianta dell’olivo si riesce poi a correggere i rami e ad impostare il vaso?
E’ possibile ricorrere ad interventi drastici per correggere e modificare l’architettura della pianta, ringiovanire oliveti vecchi o abbandonati, poco produttivi. Gli interventi di potatura di ringiovanimento o di riforma andrebbero avviati nel periodo invernale, prima della ripresa vegetativa.
Bisogna ricordarsi che la pianta risponderà ai tagli stimolando l’attività vegetativa, proporzionalmente all’intensità dei tagli, a causa di uno squilibrio che si viene a creare tra apparato radicale e aereo.
Potatura dell’olivo: Come si tolgono i polloni?
Bisogna tagliare i polloni a livello del colletto della pianta o del suolo. Ricordiamoci che polloni e succhioni sono di scarsa utilità nell’economia generale dell’albero e che un’eccessiva presenza di polloni e succhioni indica uno squilibrio tra chioma e radici o uno stress della pianta. Ad equilibrio ritrovato la produzione di polloni e succhioni diminuirà ed aumenterà la produzione di frutti.
Si dice che, potando, si devono togliere i rami che hanno fruttificato l’anno precedente… ma come si fa a riconoscerli?
Sul ramo che ha già fruttificato si vedono i piccioli delle olive rimasti attaccati al ramo, mentre sui rami che devono fruttificare, ovvero i rami a frutto, si vedono appunto le gemme a frutto.
Potatura dell’olivo: 10 regole d’oro
Per concludere ecco le 10 regole d’oro della potatura per una produzione di qualità:
- Armarsi delle giuste attrezzature: forbici, segacci e se occorre motosega
- Osservare bene pianta per pianta per individuare cosa e come tagliare e non adottare semplicemente una modalità standard di potatura
- I rametti di due anni, i fiorali, sono fruttiferi… (quindi se vuoi produzione pota quelli che hanno fruttificato)
- Le ramificazioni soleggiate ed aerate producono rametti fiorali allegando fiori e frutti, quindi fai entrare il sole così eviterai anche i funghi che prolificano con l’umidità
- Le ramificazioni inclinate e pendenti producono rametti fiorali in minor quantità di quelle in senso verticale, quindi non tagliare i rami che salgono in alto
- I succhioni sparsi isolatamente lungo le impalcature vanno recisi
- Si pota ogni anno per non fare tagli grossi che porterebbero “carie e rogna”
- Si pota sul finire di autunno o principio di inverno, ovvero prima che la pianta entri nel risveglio vegetativo
- Il taglio dei rami deve essere netto, liscio ed in disposizione obliqua e se il taglio non viene pulito va levigato e pennellato; la giornata deve essere asciutta e soleggiata
- Potando corto si promuove l’ingrossamento dei rami e lo sviluppo del fogliame da cui trae origine la potatura di “ringiovanimento e di riforma”; invece tagliando lungo le ramificazioni elevate ed estese, si facilita l’accrescimento dei rami fruttiferi. Su tale pratica si fonda il principio che i rami non vanno né cimati né svettati. Questi rami annualmente, sviluppando le gemme apicali, producono nuovi getti assurgenti, fruttiferi