Pomodori cotti in pianta
Si dice che frutta e verdura prevengano le scottature, ma che dire quando le scottature interessano la frutta e la verdura? È successo in questi giorni: pomodori cotti in pianta. Il sole ha l’effetto di un forno a microonde.
Luce solare e Raggi UV
In estate è normale parlare di sunscreens, ovvero delle creme solari protettive … ma per la nostra pelle. Vi siete chiesti perché negli ultimi anni i fattori di protezione dei filtri UVA e UVB sono sempre più in aumento?
Non vogliamo parlare di protezioni solari, ma di radiazioni!
Osservando lo spettro elettromagnetico, le radiazioni solari riguardano quella parte dell’invisibile in grado di danneggiare le strutture molecolari delle cellule: sono le radiazioni UV.
Le radiazioni solari UV
Le radiazioni UV ovvero le radiazioni ultraviolette giungono sulla superficie terrestre anche in presenza di nuvole. Ecco perché ai tropici, dove l’angolo di incidenza dei raggi alla superficie terrestre è maggiore, ci si abbronza anche indossando una maglietta! Purtroppo le scottature derivanti dalle radiazioni solari riguardano anche le piante, i frutti e gli ortaggi.
I raggi UV corrispondono a quella banda dello spettro elettromagnetico la cui lunghezza d’onda è compresa tra 100 e 400 nm (nanometri, 1 nm = 10-9 m), ossia tra 0,1 e 0,4 µm (micron, 1 µm = 10-6 m) e sono i raggi UVA, UVB e UVC.
Dei primi due pochi non hanno fatto una diretta esperienza, anche semplicemente con una semplice congiuntivite, dovuta appunto all’eccessiva esposizione ai raggi UV o con una notte insonne causata dall’eritema solare, ma una particolare attenzione meritano i terzi, i raggi UVC.
I raggi UVC
I raggi UVC normalmente non giungono nell’atmosfera terrestre in quanto assorbiti dallo strato di ozono che avvolge la Terra. Questo spiega la ragione delle disastrose conseguenze dovute all’assottigliamento dello strato d’ozono.
L’ozonosfera è il nostro naturale filtro protettivo planetario. Negli ultimi decenni ha cominciato ad assottigliarsi per effetto dell’inquinamento di origine antropica. Basti pensare ai test atomici, al lancio dei razzi, al traffico aereo, carburanti e sostanze chimiche gassose derivanti da attività industriali, ma anche alle numerose sostanze impiegate in agricoltura che evaporando distruggono il filtro dell’ozono. Si parla infatti di “buco dell’ozono”.
I raggi solari non filtrati inibiscono gradualmente la fotosintesi clorofilliana, con conseguente minore crescita delle piante e minore produzione di fitoplancton oceanico (il primo anello della catena alimentare marina). Così come la fascia di ozono è stata alla base della vita terrestre, la sua scomparsa può determinare la fine della vita sulla Terra.
Un altro segnale forte ci è dato proprio in questi giorni dai numerosi incendi boschivi che stanno devastando il pianeta. Una frequenza ed un’intensità destinata ad aumentare sempre più, come affermato da Igg-Cnr, Istituto nazionale di geoscienze e georisorse, attraverso uno studio condotto a seguito dei cambiamenti climatici generati dall’impatto antropico, in cui se ne evidenzia la causa.
Come pubblicato sul portale NOGeoingegneria “I raggi UVB sono aumentati di circa il 1400% insieme ai raggi UVC, a causa della distruzione della fascia di ozono. Ecco perché le foreste della California del Nord bruciano da diversi anni. La vita sulla Terra è potuta nascere solo dopo la creazione di questa fascia. L’imminente scomparsa dell’ozonosfera, che ci protegge dai pericolosi e mortali raggi UVB e UVC, può determinare la fine della vita terrestre. La soluzione esiste, ma richiede l’impegno di tutti…”
Sì, lo diciamo anche noi di AXS M31 che dal 2002 portiamo avanti la missione del ricercatore Alessandro Mendini tesa alla riparazione planetaria, contrariamente a chi non vede o non vuol vedere la realtà ed in maniera differente da chi ne fa invece una fonte di sfruttamento o di dominio.