Pesticidi in Val Venosta: come optare per la gestione sostenibile dei meleti
È di recente scoperta la presenza di ben 27 pesticidi diversi nei meleti della Val Venosta, in Alto Adige - la più grande area in Europa dove si coltivano mele. A provarlo è lo studio “Widespread contamination of soils and vegetation with Current Use Pesticide residues along altitudinal gradients in a European Alpine valley” condotto dal gruppo di ricercatori di:
- iES Landau della Rheinland-Pfälzische Technische Universität Kaiserslautern-Landau (RPTU)
- Pesticide Action Network Europe (PAN)
- Universität für Bodenkultur Wien (BOKU)
Diminuzione della presenza di farfalle in tutto l’areale, vette alpine e parchi giochi contaminati: questi sono solo alcuni dei risvolti negativi del caso studio. L’esatto contrario di quanto rappresenta il marchio Val Venosta, che riporta le due coccinelle (una gialla ed una rossa) simbolo di “rispetto per l'uomo e per la natura”, “produzione naturale e sostenibile”, “bontà e genuinità”, “qualità inconfondibile”, “frutticoltura naturale ed ecologica”. Una vera operazione di greenwashing sul territorio con impatto negativo in termini di mercato ed immagine in quanto maschera una minaccia per la salute umana, animale ed ambientale.
La Val Venosta conta più di 5.000 ettari coltivati a melo, i quali, assieme agli altri 13.000 ettari delle valli limitrofe (Valle Isarco e Valle dell’Adige) permettono all’Alto Adige di essere tra i maggiori produttori di mele del continente (10% della produzione europea).
I metodi di coltivazione prevalentemente adottati sono l’integrato, dove vengono utilizzati pesticidi per la protezione delle piante ed il biologico che se li ritrova comunque per effetto deriva, come si evince nei risultati del caso studio. L’uso dei prodotti fitosanitari sollevano crescenti preoccupazioni per la loro incidenza negativa sulla salute umana, sull'ambiente e sulla sostenibilità per la loro permanenza a lungo termine nelle coltivazioni.
Nel 2014, in occasione del referendum sulla messa al bando di pesticidi nel comune di Malles Venosta, si era valutata la risoluzione di questo problema con la formulazione disinquinante BioAksxter® M31 Agricoltura, sia in termini di abbattimento residui chimici dai prodotti agricoli, sia in termini di azione antifungina sulle colture di melo. Ma non solo.
Referendum sui Pesticidi a Malles: una storia lunga 6 anni
Correva il 05 settembre 2014 quando i 5000 abitanti del comune di Malles Venosta furono chiamati al voto sulla messa al bando dei pesticidi in tutta la zona. L’esito fu positivo poiché il 75% dei cittadini votò a favore di ciò. A smuovere l’animo della popolazione locale fu un gruppo di medici, dentisti, veterinari, biologi e farmacisti, i quali sottoscrissero un manifesto. Il loro pensiero era il seguente: “coloro che affermano che non è possibile coltivare senza l'utilizzo di sostanze nocive sono dei criminali perché l'agricoltura biologica è possibile ed efficiente”.
Uno dei pionieri del movimento no-pesticidi aveva preso contatti con noi di AXS M31 per divulgare agli agricoltori le informazioni relative agli effetti disinquinanti di BioAksxter® su terreno e pianta, anche in lingua tedesca, al fine di favorire i melicoltori altoatesini.
Ma cosa successe dopo l’esito del referendum?
L’allora sindaco di Malles emanò delle ordinanze che prevedevano l’immediato divieto di usare pesticidi ad una certa distanza dalle abitazioni con l’obiettivo di un graduale passaggio verso l’agricoltura biologica. Alcuni mesi dopo, a luglio 2015, in seguito a varie traversie e con un nuovo Consiglio comunale, finalmente il nuovo statuto fu accettato. Purtroppo, due settimane dopo, la longa manus del governo locale impedì l’applicazione concreta della volontà dei cittadini. Infatti, fu approvata (in tempo zero) la Lex Malles, che demandava in senso restrittivo la competenza agli enti locali in materia ambientale.
Nel maggio 2016, fu condotta un’indagine a riguardo, su richiesta di 44 agricoltori. Sfortunatamente il Tar sospese gli effetti del referendum, annullando successivamente il tutto.
Chiamatelo abuso di potere, chiamatela ingiustizia, chiamatelo favoreggiamento alle lobby dell’agrochimica. Questa è l’agricoltura.
E dopo?
Nel 2019, la Corte dei Conti ha assolto il sindaco di Malles e 6 anni dopo, nel gennaio 2020, la Corte d’Appello ha confermato che il referendum a Malles era legittimo… ma, ormai era troppo tardi.
Melicoltura con Pesticidi ed Impatto sulla Salute Pubblica
Dunque, nel pittoresco scenario agricolo della Val Venosta (Vinschgau Valley), la gestione dei pesticidi rappresenta un tema di grande rilevanza da molti anni.
Politicismo a parte, analizziamo i danni in termini di salute pubblica causati dalla melicoltura con l’uso di pesticidi.
Sebbene la mela sia un frutto conosciuto per i molti effetti benefici alla salute umana e consigliatissima dai medici, non dimentichiamoci delle pratiche agricole dannose che vengono utilizzate durante tutto il ciclo di coltivazione del melo. Diversi studi hanno dimostrato che l’esposizione diretta ed indiretta ai pesticidi influisce su molteplici cose, come l’alterazione del DNA, i danni al sistema nervoso, il basso quoziente intellettivo nei bambini, l’aumento di tumori, l’instabilità del genoma, l’alterazione del sistema endocrino, i problemi di sviluppo, crescita e riproduzione.
La Val Venosta è stata oggetto di studio anche nel 2017, da parte dell’Istituto ambientale di Monaco di Baviera che ha potuto dimostrare dati scioccanti in seguito al sequestro dei registri degli agricoltori: 7 mesi non-stop per quanto riguarda le irrorazioni di pesticidi. Questo è ciò che accade ogni anno, dove in media ogni meleto, da marzo a settembre, viene trattato 38 volte.
Dopo alcuni anni, soltanto a gennaio 2023 il contenuto di questi registri è stato reso pubblico. Per la prima volta si è riusciti a conoscere quali pesticidi sono stati utilizzati, quando e in che quantità. Va sottolineato che molte volte, durante un'irrorazione, gli agricoltori hanno utilizzato più principi attivi in contemporanea. Ecco perché si parla di cocktail di pesticidi.
Nei registri compaiono penconazolo, fluazinam e fosmet, classificati dall'Ue come "potenzialmente dannosi per la riproduzione". Emergono anche i "potenzialmente cancerogeni" come il bupirimate e il captano o anche il glifosato.
Detto ciò, non chiediamoci perché solo in Alto Adige assistiamo a 3.600 nuovi tumori l’anno. Senza andare nel dettaglio su altre patologie croniche o degenerative.
La già citata Pesticide Action Network Europe (PAN), fin dal 2019 esamina l’effetto dei pesticidi anche nei parchi giochi della provincia di Bolzano. Nello studio pubblicato nel 2024, i ricercatori hanno documentato la contaminazione da pesticidi nei parchi giochi della Val Venosta, dichiarando che quasi tutto l’anno vi sono residui di CUP (pesticidi attualmente in uso) in queste aree, o meglio, habitat non coltivati.
Residui di Pesticidi e Danni per l’Ecosistema Alpino
I pesticidi rappresentano una problematica anche per gli ecosistemi della Val Venosta, estendendo i loro effetti nocivi anche oltre i confini dei terreni trattati. Infatti, queste sostanze tossiche, volatili per natura, viaggiano attraverso l'aria, i suoli e i corsi d'acqua, raggiungendo le falde acquifere e persino i mari.
Ritornando all’ultimo studio condotto in Val Venosta, dove è stata rilevata la presenza di ben 27 pesticidi diversi, tra cui insetticidi, fungicidi ed erbicidi, emergono dei dati allarmanti. Di preciso, sono stati riscontrati 23 CUP nel suolo e 18 CUP nella vegetazione.
L'azione diffusa dei pesticidi non si limita ai terreni agricoli, ma si estende anche alle preziose aree protette. Sia il Parco Nazionale dello Stelvio che il massiccio montuoso dell’Ortles-Cevedale e il Parco Naturale Gruppo di Tessa, inclusi nell'ambito delle aree Natura 2000, hanno registrato la presenza di numerose sostanze chimiche tossiche nei loro suoli e nella vegetazione circostante.
Da diversi anni, nei prati di montagna della valle, si è osservata una gran diminuzione del numero di farfalle. I pesticidi influenzano negativamente diverse funzioni vitali degli animali, a partire dal comportamento.
Questo aspetto ha sollevato serie preoccupazioni riguardo alla salute degli insetti pronubi e all'equilibrio degli ecosistemi alpini. Gli insetti pronubi svolgono un ruolo vitale nella polinizzazione delle piante, agevolando la produzione di frutti e semi. Ecco perché la loro riduzione ha ripercussioni negative sull'agricoltura, sulla biodiversità e la stabilità degli ambienti naturali.
Gestione Sostenibile dei Meleti
In conclusione, la gestione sostenibile dei meleti si rivela essenziale per preservare tutto.
In questo contesto, l'applicazione delle formulazioni innovative BioAksxter® con la loro peculiarità disinquinante, offre la possibilità concreta di risolvere il problema dei pesticidi, anche in Val Venosta, ripristinando gli equilibri dell’agro-ecosistema. Non basta più l’agricoltura biologica. È necessario eliminare i residui presenti da molti anni nei terreni, nelle colture e nell’ambiente in genere. Azione che l’agricoltura biologica non può fare. Ancora una volta sottolineiamo che ridurre l’inquinamento non significa disinquinare. L’abbattimento dei residui nella coltivazione del melo è di fondamentale importanza anche per garantire la sicurezza alimentare effettiva e tradurre in fatti quanto simboleggiano le due coccinelle del marchio Val Venosta.