Oddio, anche le piante sono stressate!
Lo stress è il più temibile avversario delle nostre condizioni fisiche, emotive e psicologiche, un problema fondamentale della società moderna che nasce dalla disarmonia della vita. “Non servono più eccitanti o ideologie / ci vuole un’altra vita” canta Battiato affrontando il tema dello stress, quasi a scongiurare le irreversibili sorti di una razza in declino.
Il contatto con la natura viene suggerito da medici e psicologi come miglior giovamento contro gli stati di stress. Purtroppo, gli stessi medici consigliano anche di mangiare frutta e verdura, sempre per avere una vita migliore. Ora diciamo, la natura stessa è stressata poiché l’ambiente è malato e minato, non possiamo stare in salute cibandoci di prodotti agricoli allevati con la chimica e coltivati in condizioni ambientali di inquinamento.
Lo stress dei vegetali o più comunemente lo stress delle piante è uno stato che riguarda la loro incapacità di sopravvivere, crescere e produrre in presenza di fattori sfavorevoli, ma anche la qualità degli alimenti derivanti da coltivazioni in tali condizioni e come essi influiscono sulla nostra salute.
Ricordo un tale che contestava il sapore fortemente amarognolo dei cetrioli: accumulo di cucurbitacina da stress idrico, attacco di afidi e trattamento antiparassitario lo avevano condotto velocemente sulla tazza del water.
Danno da stress idrico
E’ estremamente importante conoscere le interazioni fra piante e ambiente e l’influenza delle condizioni di stress da esso determinate sulla fisiologia della pianta così come la manifestazione di fitopatie a carico dei vari organi vegetali. Gli stress, quindi, possono essere di vario tipo: idrici, nutritivi, fotosintetici, tossicologici, meccanici, etc. Innanzitutto le mutazioni climatiche e l’inquinamento richiamano fortemente la nostra attenzione perché sono una fonte di stress permanente: la pianta stressata richiama energia, ma se questa è insufficiente si innesca una condizione depressiva del sistema immunitario con conseguenze patologiche.
Lo stress prolungato negli organismi vegetali incide sulla programmatica della pianta, interferendo con la struttura magnetica e modificando i parametri fisiologici. Ciò comporta l’alterazione degli scambi magnetici e dei flussi linfatici, l’inibizione della capacità di captazione luminosa, il blocco nella trasmissione dei segnali, ripercuotendosi in definitiva sulle rese.
BioAksxter® ha un effetto protettivo nei confronti dello stress attraverso il potenziamento della programmatica primaria della pianta. La disponibilità di energia necessaria per tutti i processi vitali, fornita alla pianta attraverso trattamenti cadenzati durante il ciclo colturale, attiva il sistema naturale di difesa, favorendo la resistenza alle avversità e la capacità adattativa agli stress, senza stimolare la reazione metabolica bensì facendo il pieno di energia!
Studi scientifici affermano che gli stress biotici ed abiotici possono ridurre la produttività della pianta e le performances produttive sia a livello qualitativo che quantitativo in percentuali variabili fra il 65 e l’87%.
Purtroppo, lo studio dei meccanismi fisiologici e molecolari appartiene ad una scienza vecchia, incapace di risolvere le problematiche perché incapace di guardare avanti. Una scienza vecchia basata su stantie conoscenze libresche non si accorge che la vita cambia ad ogni attimo e per questo si trova impreparata.
Non è quindi possibile risolvere i problemi della chimica con la chimica, così come l’apporto di sostanze e preparati stimolanti, seppure di origine naturale, non basta per superare i limiti fisiologici degli organismi vegetali imposti dallo stress.
Danno da stress termico su lattuga
Servirebbe inoltre un comportamento etico da parte di tutti coloro che si occupano di coltivazioni, abituati da tempo ad indurre o accettare vere e proprie sevizie colturali.
Citiamo ad esempio alcune pratiche:
In viticoltura è divenuta comune la scelta di indurre uno stress idrico (deficit irrigation strategies) per la scorretta convinzione che ciò stimoli la produzione di uve di maggior qualità. Fortunatamente il deficit idrico indotto è una pratica che un clima sempre più instabile, anche per quanto riguarda le precipitazioni, provvederà a far abbandonare.
Gli stress biotici (ossia quelli determinati da virus, batteri, funghi, insetti) finora erroneamente affrontati attraverso scriteriati trattamenti chimici (fito-sanitari) o altri formulati specifici per combatterli, si sono accumulati nel suolo inducendo a loro volta uno stress di tipo abiotico. Un circolo vizioso che lede l’ambiente.
Non dimentichiamo le cosiddette tecniche di miglioramento genetico utilizzate nella produzione di nuove varietà. E nemmeno il sistema adottato da vivai e rivenditori di piantine, di brachizzarle chimicamente per impedire la filatura oppure per contenerne la crescita in modo da poterne prolungare il periodo di vendita. Questo lo avranno notato in molti, soprattutto in epoca di Covid, dacché le piantine erano pronte, ma gli esercizi commerciali chiusi. Risultato: trapiantate nell’orto rimangono a lungo bloccate nello sviluppo per l’effetto tossico subito da tale regolazione ormonale.
CASE HISTORY: Piante di pomodoro sottoposte a stress termico
In una serra sperimentale di AXS M31 sono state messe a dimora in data 11 aprile 2020 delle piantine di pomodoro. E’ stato eseguito un trattamento di preparazione del terreno circa 15 gg. prima ed uno al trapianto con BioAksxter® M31 e M32 proseguendo poi con trattamenti settimanali.
Le piantine cresciute con temperature minime nettamente inferiori ai valori normali, sono state sottoposte ad ulteriore stress termico dopo due giorni e dopo un mese dal trapianto.
Dopo 2 giorni dal trapianto le temperature da 2°C ed una umidità del 34% (temperatura ambiente) sono salite, conseguentemente ad irradiazione solare in ambiente protetto, a 54°C con umidità pari al 99% e lasciate in tali condizioni per circa 3 ore. Pertanto le piantine sono state sottoposte ad uno sbalzo termico di ben 52°C.
Tenute in osservazione nei giorni seguenti hanno mantenuto un ottimo stato fisiologico senza manifestare particolari ripercussioni e nonostante le temperature minime si siano mantenute per una settimana tra i 2 ed i 6,5°C e le massime abbiano oscillato tra 28° e 34,5°C.
Piantine di pomodoro sottoposte a stress termico e trattate con BioAksxter® , dopo 9 gg.
Dopo circa un mese, le stesse piante di pomodoro nello stesso ambiente protetto, da 10,3°C ed una umidità del 27% sono state esposte ad una temperatura di 43,4° con umidità pari al 99% e lasciate in tali condizioni sempre per circa 3 ore.
Pertanto sono state sottoposte ad una escursione termica di ben 33,1°C. In questo caso le piante hanno evidenziato un grave appassimento all’apice dovuto allo stress termico.
Al termine dell’esposizione le piante sono state immediatamente trattate per via fogliare con BioAksxter® M31 linea agricoltura. La reazione è stata quasi immediata e già dopo 4 ore le piante mostravano una ripresa all’80%. Dopo circa 2 giorni mostravano una ripresa al 95% e dopo 3 giorni le piante, non solo erano completamente rigenerate come se non avessero subito nulla, ma nonostante lo stress erano addirittura cresciute.
Nel corso del ciclo colturale le piante hanno fiorito e fruttificato abbondantemente.
Piante di pomodoro sottoposte a stress termico e trattate con BioAksxter® : (da sinistra a destra) inizio trattamento, reattività dopo 4h, reattività dopo 3 gg.
Piante di pomodoro sottoposte a stress termico e trattate con BioAksxter® : (da sinistra a destra) inizio trattamento, reattività dopo 4h, reattività dopo 3 gg.
Piante di pomodoro sottoposte a stress termico e trattate con BioAksxter® : andamento delle temperature
Fioritura e fruttificazione durante il ciclo colturale di piante di pomodoro sottoposte a stress termici e trattate con BioAksxter®