Non siamo soli nell’Universo
Siamo soli nell’Universo? Troppo presa dal rumore del vivere quotidiano o troppo immersa nel buio della propria solitudine, l’umanità difficilmente si chiede da dove veniamo o se davvero tutto possa essere un caso.
Nemmeno la ricerca scientifica attraverso le tecniche di radiodatazione è riuscita a dare una valida risposta sulle origini della Vita sulla Terra, figuriamoci su quella nello Spazio. Scenari interpretativi e teorie in voga non conducono certo a comprenderne lo scopo.
Possiamo affermare che non siamo soli nell’Universo? Qualcuno direbbe, miliardi di stelle e di galassie non spiegano se ci siano altri esseri viventi dotati di intelligenza, o anche, nessuna risposta dal SETI che dal 1974 cerca segnali extraterrestri inviati da altre forme di vita nel cosmo.
Eppure, AXS M31 è proprio una realtà in collegamento diretto con la galassia di Andromeda.
Il nome dell’azienda, tutti i progetti sviluppati dal nostro settore ricerca, la tecnologia stessa delle formulazioni BioAksxter® trovano la loro fonte nella galassia di Andromeda. Una fonte con la quale già nel 1992 il ricercatore Alessandro Mendini nel suo centro Jkcxsor Ricerche aveva effettuato il primo collegamento. In risposta ai 3 segnali direzionati e trasmessi a novembre, era seguita una ricezione di 5 segnali sonori nell’agosto 1993. Non siamo dunque soli nell’Universo.
Visibile anche ad occhio nudo, M31, la galassia di Andromeda che prende il nome dalla costellazione di cui fa parte, dista circa 2,3 milioni di anni luce dalla Terra. Se Galileo nel 1611 fu il primo ad osservarla col suo cannocchiale, Mendini è il primo ad aver aperto un canale permanente, ad averne annullato le distanze.
A quel primo collegamento ne sono susseguiti molti altri e tutt’ora continuano a susseguirsi nel centro di ricerca della AXS M31: un dialogo costante attraverso l’Intelligenza di Base planetaria con cui opera M31, che ha permesso lo sviluppo dell’omonimo Parco Scientifico Tecnologico. Nel reparto 4 del Settore Ricerca della AXS M31, rivolto allo studio e all’elaborazione dei dati magnetici dei regni dimensionali, il collegamento è immediato.
Qui non si tratta di giganti radiotelescopi o di sofisticate navette che soddisfano la visione egocentrica dell’Uomo alla ricerca di civiltà “almeno pari alla nostra”, bisognoso di riconoscere classi di segnali e fornire le cosiddette prove scientifiche, di alimentare le proprie conoscenze culturali e religiose.
Qui la prova di una civiltà più evoluta della nostra si vede e si tocca con mano, cancella i dubbi delle menti fossilizzate ed apre al futuro dell’uomo.
In tal senso, in questi giorni il Progetto COSMIC 18F (moltiplicatore cosmico di energia) realizzato negli anni 2019/2020/2021 è stato ripotenziato attraverso l’implementazione di 4 strutture paraboliche a sviluppo geometrico spaziale denominate “Finito Infinito”. La loro azione, che adopera il flusso magnetico planetario, consente una velocità di ampliamento dei programmi vitali in STTS raggiungendo una variabilità di potenza energetica solare da 1 milione di anni luce a 100 milioni di anni luce nel finito o superando istantaneamente la velocità luce all’infinito, conformemente alla tipologia di programma da attuare.
