Microplastiche in agricoltura: disinquinare per risolvere il problema
Sono molte le notizie che riportano il problema globale delle microplastiche in agricoltura, ma con questo articolo vogliamo differenziarci, spiegando la soluzione a questo tipo di contaminazione.
Partiamo dal fatto che, ogni anno, oltre 400 milioni di tonnellate di plastica vengono prodotte in tutto il mondo. In agricoltura, è impossibile rinunciare completamente all’utilizzo della plastica poiché ha un costo basso ed il suo utilizzo è davvero pratico; basti pensare, infatti, ai tubi di irrigazione, al telo pacciamante ed ai teli plastici per la copertura delle serre.
Pertanto, la strada verso la soluzione all’inquinamento microplastico terrestre non è smettere di utilizzare prodotti in plastica (come si propone) bensì disinquinare costantemente il suolo da particelle di plastica. Questo implica il continuo e usuale utilizzo di materie plastiche, senza apportare danni di carattere ambientale, salutare ed economico. Prima di approfondire questo importante aspetto, facciamo un focus su:
- quali sono le cause specifiche della presenza di microplastiche in agricoltura;
- gli effetti della loro tossicità, le conseguenti problematiche agricole e la sicurezza alimentare dei consumatori che è sempre più a rischio;
Microplastiche in agricoltura: non solo esalazioni nocive, ma anche assorbimento attraverso l’apparato radicale
Le molteplici cause delle contaminazioni da microplastiche
Perché i micro-frammenti di plastica sono presenti nei terreni agricoli? Come si verifica costantemente questo fenomeno? Ma soprattutto, siamo davvero consapevoli di quello che facciamo?
Troviamo la risposta a tutto ciò in numerosi studi scientifici, i quali dimostrano che il telo pacciamante, il telo per la copertura delle serre o i tubi d’irrigazione si degradano anno per anno rilasciando le cosiddette nano plastiche (dimensioni che variano da 0,1 nm e i 100 nm, dove nanometro sta per 1 miliardesimo di metro). Un’ulteriore fonte di inquinamento da microplastiche sono i fertilizzanti chimici. Infatti, enormi quantitativi di microgranuli di plastica sono adoperati ogni giorno dal comparto agrochimico per incapsulare i fertilizzanti a lento rilascio (rilascio controllato).
Uno studio ECHA (Agenzia europea per le sostanze chimiche) riporta, inoltre, che “le microplastiche aggiunte a fertilizzanti chimici, pesticidi e rivestimenti per semi, rappresentano quasi la metà delle circa 51.500 tonnellate di microplastica utilizzate ogni anno nello spazio economico europeo”.
Anche i fanghi di depurazione (oggi utilizzati come ammendanti) sono causa di contaminazione da microplastiche perché il trattamento delle acque reflue dei fanghi non le filtra e non le elimina. Pertanto, una volta sversati i fanghi di depurazione direttamente sui suoli agrari, gli elementi non biodegradabili al loro interno penetrano nelle falde acquifere e nelle acque di superficie (fiumi, laghi, mari, oceani).
Tossicità, problematiche agricole e sicurezza alimentare
Dato che solo il 9% della plastica viene riciclata e che per la restante parte ci vogliono fino a 1000 anni per la degradazione, possiamo renderci conto dell’effetto tossico che si ripercuote su tutti gli organismi viventi.
Analizziamo innanzitutto la risorsa suolo spiegando perché le microplastiche sono un problema dal punto di vista agronomico.
È scientificamente dimostrato che la presenza di microplastiche:
- riduce progressivamente la velocità di riproduzione del biota del suolo;
- modifica la struttura fisica della terra;
- limita la capacità del suolo nel trattenere l’acqua;
- peggiora lo sviluppo radicale e l’assorbimento dei nutrienti;
- agisce come vettore trasmettendo malattie nell’ambiente;
- influisce negativamente sulla biodiversità.
Tutto questo si traduce in tossicità, emergenza ambientale e sicurezza alimentare compromessa. In fase di decomposizione, le microplastiche rilasciano additivi quali ftalati e bisfenolo che provocano patologie endocrine, difficoltà riproduttive, problematiche di neuro sviluppo e sistema immunitario compromesso.
Potremmo applicare i filtri per rubinetti appositamente studiati per ridurre la presenza di microplastiche nell’acqua? Possiamo evitare di praticare la pacciamatura nei campi? Il problema non verrebbe ridotto e nemmeno risolto.
Pertanto, la soluzione è agire a monte del problema disinquinando le matrici ambientali (terra-aria-acqua).
Disinquinare per risolvere il problema delle microplastiche in agricoltura
Nella prima parte dell’articolo abbiamo menzionato la possibilità di risolvere il problema delle microplastiche in agricoltura pur continuando ad utilizzare le materie plastiche (es. teli pacciamanti e prodotti incapsulati). Sembra un concetto contraddittorio, ma non lo è.
Infatti, impiegando il fertilizzante disinquinante BIOAKSXTER® è possibile eliminare l’inquinamento da residui di microplastiche e bonificare l’ambiente.
L’obiettivo del progetto BIOAKSXTER® è quello di aprire la strada verso un’agricoltura innovativa ed uno sviluppo concretamente ecosostenibile. È inconcepibile creare innovazione in agricoltura rimanendo legati a concetti e metodi deleteri.