Ma perché il mio terreno non produce?
Ma perché ogni anno che passa il mio terreno è sempre più stanco? Perché le mie coltivazioni non producono?
Cosa posso fare per migliorare resa e qualità delle mie colture? Come faccio a rendere la terra più fertile?
Quante volte si sentono domande del genere e quante volte agli agricoltori viene fornita una soluzione realmente adeguata?
La risposta, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti: terreni agricoli stanchi improduttivi e biologicamente sterili, erosione e degrado degli stessi, colture che producono poco e cibi poveri sia dal punto di vista organolettico che nutrizionale.
Quanto appena detto rappresenta la descrizione dei sintomi di un malato grave: l’agricoltura dei nostri tempi!
Ma quali sono le cause di tutto ciò e che soluzioni propongono gli operatori del settore per porre fine al degrado produttivo di suolo e colture?
Le cause della stanchezza del terreno sono varie e disparate (inquinamento, agricoltura intensiva, lavorazioni profonde, eccessivo impiego di prodotti di sintesi chimica, etc.) e gravano, soprattutto, sulla capacità del substrato di sostenere (a breve ed a lungo termine) le colture agrarie in ogni fase del loro ciclo.
A partire dagli anni ´60 si è assistito ad un lento ma inesorabile declino biologico del suolo perché ci si è dimenticati, innanzitutto, della funzione principale che esso deve svolgere: essere ospite di vita. Quindi rappresentare “una casa” per accogliere e sostenere in modo duraturo microrganismi e piccoli animali utili (la cosiddetta fertilità biologica). La naturale evoluzione di tale sistema sarebbe la necessaria presenza della sostanza organica.
E qui nascono i problemi perché i cicli colturali appressati, specialmente nell’orticoltura protetta, unitamente alla impossibilità di praticare sovesci o letamazioni, non consentono il ripristino del tenore iniziale di sostanza organica, che inesorabilmente scende sotto livelli critici.
Ma sappiamo che il mercato impone le sue regole ed il compito dell’agricoltore è quello di fornire ciò che esso richiede nei modi e nei tempi che esso stabilisce.
Alla luce di tutto ci chiediamo quanto è importante allora il ruolo dei tecnici in campo agronomico?
L’azienda agricola infatti, oggi più che mai, ha bisogno di consulenza tecnica ad elevata professionalità, competenza specifica e, soprattutto, amore per la terra. Lo scopo del tecnico, al di là degli interessi di parte, dovrebbe essere quello di migliorare la qualità della vita di noi tutti; a partire proprio da quella dei suoi stessi clienti, gli agricoltori.
Si tratta di fornire un servizio, anche dal punto di vista morale ed etico, che prescinda da scelte meramente commerciali per focalizzarsi sulla ricerca di un bene comune: la produzione sostenibile di cibo sano e di qualità.
Del resto le domande poste all’inizio del testo sono spesso rivolte proprio a tecnici e consulenti che, come tali, hanno la responsabilità di fornire soluzioni concrete, opportune e, soprattutto, urgenti. Necessariamente urgenti perché la posta in gioco è troppo alta e non ci possiamo permettere di perdere ancora tempo sprecando risorse, denaro, salute.
Ci sono tecnici ed agricoltori lungimiranti che hanno saputo far fronte alle sfide dell’agricoltura moderna, altri invece abbandonano sconfortati i propri terreni agricoli stanchi improduttivi, senza vita.
Ci sono tecnici ed agricoltori lungimiranti che, grazie alla qualità della frutta e verdura prodotta, hanno saputo vincere le sfide del mercato, altri invece coltivano in perdita.
Ci sono tecnici ed agricoltori, accorti e lungimiranti, che hanno già visto e toccato i risultati dell’impiego di BioAksxter®, gli altri invece …
Ecco una conversazione avvenuta proprio qualche giorno fa:
- Agricoltore: Il mio agronomo dice che dopo 3 anni usando BioAksxter® mi trovo con un terreno sterile. E’ così?
- Ricercatore Mendini: Ha chiesto al suo tecnico se ha prove di quanto dichiarato?
- Agricoltore: No, mi ha solo detto così …
- Ricercatore Mendini: Nella mia esperienza in campo e laboratorio di oltre 60 anni, ho sempre affermato che BioAksxter® disinquina e rigenera i terreni, perché riproduce i processi naturali rivitalizzando la fauna microbica, crea l’humus e tutte le strutture vitali adatte ad ogni tipo di coltivazione. Perciò anche dopo 100 anni il suo terreno sarà sempre vivo e produttivo al 100%. Ci sono terreni agricoli trattati da oltre 20 anni che lo testimoniano. Se invece si continua ad immettere chimica di sintesi, quello che dobbiamo aspettarci è appunto un terreno sterile, improduttivo. Ho messo la mia vita a disposizione proprio per non arrivare a questo punto.
- Agricoltore: A dire il vero, ho sentito dire da un altro agricoltore che BioAksxter® produce humus.
- Ricercatore Mendini: Sì, trasforma l’inerte in sostanze nutritive che vengono assorbite dalle piante! Sfido chiunque a fare questo, altro che chimica. Con BioAksxter® sono stati bonificati terreni sabbiosi, costruiti terreni sulla sabbia, altro che sterile.
- Agricoltore: Non so cosa fare …
- Ricercatore Mendini: Questo è vostro libero arbitrio… Io ho lavorato per il vostro benessere e non ho interessi personali.
- Agricoltore: Coltivando con BioAksxter® come diventa il mio terreno?
- Ricercatore Mendini: Già al primo anno si vedono i risultati, potete fare degli esami per verificarli. Comunque il terreno si costruisce, migliora e si mantiene nel tempo, quindi i vostri terreni non diventano sterili, semmai il contrario!