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La risalita della linfa: il non plus ultra della conoscenza scientifica

La risalita della linfa: il non plus ultra della conoscenza scientifica

26 aprile 2023 - BioAksxter®

Nell’ottocento si chiamavano sughi, oggi linfa grezza e linfa elaborata. La linfa delle piante è un liquido fatto di acqua e minerali risucchiati dal terreno o meglio idrofonati tramite le micro-radici (capillizio radicale), arricchito da sostanze organiche elaborate attraverso la fotosintesi clorofilliana (zuccheri, amminoacidi, ormoni, ecc.).

Non si dica però che l’acqua viene “assorbita” dalle radici, né che la circolazione della linfa sia un fattore osmotico e ancor peggio che la linfa sia discendente.

Che la linfa sia discendente è un’ipotesi desunta dalla conoscenza del sistema di circolazione linfatica nel corpo umano che però ha una funzione di filtro e drenaggio, scambio e ricambio.
I processi biochimici nella pianta, sono continuativi e come osserva il ricercatore A. Mendini mai nessuno può aver comprovato che la linfa ritorni, avremmo infatti una necrosi dei tessuti e conseguentemente la morte della pianta. La forza di risalita della linfa non è una questione idraulica e nemmeno fluidodinamica. Dovremmo chiederci, come fa ad avere una pressione? È questione di programma. La pianta riceve i comandi dalla sua struttura alonare magnetica (sfera aerea).

Sebbene la fisiologia vegetale moderna faccia ancora riferimento a Nicolas Théodore De Saussure (studioso vissuto tra il 1767 e il 1845) e la genesi della materia vivente dei vegetali dia come ruolo chiave il trittico N P K, è tempo di dire che la vita di ogni organismo vivente e non vivente abbia come fonte un “programma”.

Nel caso delle piante, la programmatica primaria ha dato origine ad una infinità di programmi e sottoprogrammi che hanno determinato il complesso mondo dei vegetali.
Il programma a cui ora facciamo riferimento è quello della risalita della linfa.

In un dialogo con il compianto prof. Jakob Rosental, avvenuto nel 2018 poco prima della sua morte, avevamo dichiarato e risolto uno dei problemi più suggestivi ed oscuri della fisiologia vegetale: il movimento della linfa ovvero la circolazione della linfa nelle piante.

Upside-down-plants-Piante-capovolte.jpg

Il prof. Jakob Rosental direttore in Annaberg (Austria) dell’Agroelektronik Abteilung/Istituto VFF Mare Nostrum occupandosi della gestione e dell’utilizzo di BioAksxter® nell’ambito di un programma di partnership scientifica con AXS M31 rispose alla domanda sul perché del posizionamento dei vasi con le piante al rovescio, esponendo due processi fondamentali: quello dell’evaporazione dell’acqua (passaggio da stato liquido a vapore) e quello della traspirazione (fuoriuscita dell’acqua dalle foglie attraverso gli stomi).
Citò il parametro differenziale del potenziale idrico, minore negli spazi intercellulari delle foglie rispetto a quello dell’atmosfera, per spiegare il fenomeno della risalita della linfa, chiarendo che per favorirne il deflusso-riflusso si debba agire in controtendenza con la forza di gravità. Da qui il posizionamento inverso, per proteggere le radici disidratate dal mancato annaffiamento.
Citando Dixon (fine ‘800), attribuì alla teoria della Tensione-Coesione il fenomeno fisico dell’evaporazione per cui sulla superficie delle foglie si genera una forza di aspirazione che sposta le molecole dell’acqua all’interno del complesso sistema intracellulare dei vegetali. Le molecole aderendo l’una all’altra creano catene continue e contigue nei condotti xilematici che, simili a corsie autostradali preferenziali ad alta velocità, partendo dagli apici radicali raggiungono le punte delle foglie più alte.

Fu allora che, con queste parole, enunciammo una visione accrescitiva tratta dallo studio del ricercatore Mendini sull’antigravità magnetica:

… Qui entra in campo il programma della pianta, inteso come l’insieme di modi e tempi di svolgimento dei processi vitali dal punto di vista energetico. Tra questi la capacità di trasportare la linfa per tutta l’altezza della pianta senza l’ausilio di una pompa, come invece avviene con il cuore per il sistema circolatorio umano. Infatti, come fa un albero di notevole dimensione (baobab, sequoia, platano, eucalipto etc.) a portare la sua massa liquida di linfa e nutrienti fino all’estremità della cima? Come può una molecola d’acqua a livello inferiore sostenere il peso di tutte le altre al livello superiore? È il peso che va considerato. Ad esempio, per sollevare 200 kg di linfa a 10 metri d’altezza servirebbe una pompa da 200 kW. A consentire questo movimento è una sorta di stratificazione di campi magnetici gravitazionali ed antigravitazionali. Tra le funzioni vitali di ogni pianta, sia essa un bonsai o una altissima sequoia, il movimento ascensionale della linfa ed il trasporto delle sostanze nutrienti dalle micro-radici alle foglie sono spiegate dal ricercatore A. Mendini secondo nuovi parametri. I trattati di fisiologia vegetale riportano che il flusso di massa dell'acqua condotto dalla pressione tramite lo xilema è il meccanismo responsabile del trasporto a lunga distanza nella pianta, ma questa teoria non trova riscontro pratico nel caso di una sequoia la cui altezza supera 100 metri con un diametro di 10 e una massa di liquidi pari a 500.000 litri per la cui ascesa servirebbe una pressione di 10 atmosfere. Ancora un decennio fa il ricercatore A. Mendini affermava che la risposta di una nuova scienza ed il superamento delle teorie che da centinaia di anni occupano i presidi scientifici è nell’idrofonia delle piante. Il termine identifica la funzione di risucchio dell’acqua e dei nutrienti a carico delle micro-radici, la spinta ascensionale della linfa e la sua diffusione nei tessuti che avviene attraverso una continua inversione della forza gravitazionale in forza antigravitazionale. Questo movimento biodinamico è messo in atto da sfere magnetiche interconnesse, in rotazione, e genera un suono la cui lunghezza d’onda è misurabile in nano-Ångström con particolari strumentazioni per porte dimensionali. Le sfere si suddividono moltiplicandosi al loro interno per aumentare la velocità di trasporto della massa liquida, ad esempio quando la variazione delle temperature ambientali ne induce una minor viscosità o quando le fasi lunari inducono una variazione del campo magnetico terrestre. Un altro interrogativo che vale porsi a conferma di tale movimento biodinamico nella pianta è come questo potrebbe diversamente attuarsi e mantenersi nello Spazio dove non c’è gravità. Alla luce di quanto esposto, senza voler cambiare il Vostro metodo di studio, ai fini di ulteriori verifiche circa l’azione magnetica del prodotto sarebbe interessante procedere con un confronto fra piante capovolte e non.

Fu questa l’ultima sua lettera:

Nel nostro Istituto VFF, vi è ferma convinzione da decenni ed anche per me, che la cosidetta scienza ufficiale possa essere paragonata ad una vettura lanciata ad alta velocità in un'autostrada rettilinea, i cui guidatori sono totalmente bendati perché ottusamente impegnati a perseguire principalmente risultati e benefici ad uso e consumo personale. Essi utilizzano il termine "Ricerca Scientifica", in modo improprio, poiché a nostro avviso la maggior parte di persone impegnate nel cosidetto mondo della ricerca applicata, perseguono ben altri fini e scopi rispetto al concetto basilare di " Kapieren und Kopieren ". 

Per comprendere appieno ciò che Hr. Mendini ha realizzato fino ad oggi, è necessario svuotare la mente di determinati concetti assiomatici scientifici, cioè quelli che avevo espresso nella mia precedente email ma unicamente come base della attuale conoscenza o meglio dello status quo di comprensione di fenomeni naturali, che molti studiosi per comodità... hanno semplificato nella enunciazione senza approfondire gli aspetti fondamentali di interdisciplinarietà con questioni a latere come enunciato da Hr. Mendini:

- Idrofonia della Piante
- Movimenti Biodinamici in campi gravitazionali ed in assenza di gravità

Nel nostro documento in preparazione e che Vi sarà inviato con l'autorizzazione per poterlo pubblicare sul Vostro sito ed inviarlo ove lo desideriate ai Vostri utenti diretti, daremo ampio spazio ad una questione fin troppo sottovalutata da sempre. 

Vale a dire: i vari termini "Ricerca scientifica, Ricercatore Scientifico, Studioso, Esperto, Eccellenze tecnologiche etc." sono terminologie riduttive ed usate in modo improprio, senza che sia dato risalto al concetto base dello studio come forma di applicazione delle mente umana per trasformare le idee in pratica. 

La scienza è evoluzione della conoscenza e permette a chiunque dotato di interesse per l'approfondimento dei vari temi di studio, di rivedere, migliorare e modificare le proprie convinzioni e conoscenze interdisciplinari. 

La comprensione di nuove concezioni è ad appannaggio unico di menti aperte e non condizionate da preconcetti di natura assiomatico-cattedratica o impositiva perché rappresentano il non plus ultra della conoscenza scientifica... riconosciuta ad oggi. 

Per questo motivo, da oltre 40 anni, nel nostro Istituto VFF, raccogliamo minuziosamente i ricordi e le esperienze dei vecchi contadini e delle persone che pur non dotate di basi di studio, nella loro semplicità di vita avevano ben compreso determinati fenomeni naturali, avevano imparato a rispettarli e seguirne l'andamento nella ciclicità degli eventi stessi che da migliaia di anni hanno determinato i vari processi evolutivi in modo naturale. 

Risulta pertanto elementare comprendere che ove si manifestino variazioni artificiali, in qualsiasi circuito chiuso di sequenza naturale di eventi (circuito chiuso per lo specifico evento, ma aperto nella interazione con altri eventi sempre di origine naturale), orbene difronte a tali interferenze anche il sistema naturale si modifica ma con tempi diversi e più lenti fino al cosiddetto punto di non ritorno, ove risulta impossibile la "Auto-riparazione" di una sequenza naturale di eventi, disturbata o danneggiata da interventi esterni artificiali, creati in questo caso dai processi di crescita industriale (devolutiva) che da 200 anni hanno condizionato in negativo nella maggior parte dei casi, l'attuale equilibrio naturale delle cose. 

Non si tratta di parlare solo di filosofia astratta, ma di comprendere che per potere effettivamente entrare nel merito delle analisi di studi diversi dai concetti "tradizionali della conoscenza scientifica ufficialmente riconosciuta.... " è necessario anzi condicio sine qua non… effettuare un Reset-Mentale. 

Solo dopo tale procedura allora è possibile comprendere il linguaggio dei termini che caratterizzano gli studi ed i risultati concreti raggiunti da Hr. Mendini, che rispetto a molti altri ricercatori indipendenti, egli ha saputo e potuto trasformare in realtà pratiche ed utilizzabili da tutti, a differenza delle pur importanti ma complesse considerazioni degli studi incompleti svolti da Viktor Schauberger, Pier Luigi Ghidina, Wilhelm Reich. 

Purtroppo, come spesso accade (vedasi il caso di N. Tesla) le persone sopra citate sono diventate vittime postume di fenomeni di speculazione di basso livello, riconducibili alla classica incompetenza (ed ignoranza) delle tante persone che hanno cercato solo di sfruttare gli aspetti collaterali commerciali di quanto era stato realizzato come studi da Schauberger, Ghidina, Reich etc. 

Il mondo accademico vede solo quello che è davanti al proprio tavolo e non oltre e non si preoccupa se i propri studi e finalità, possano realmente nel medio-lungo periodo, portare a risultati reali, validi e definitivi. Carriera, risultati economici, profitto e referenzialismo, sono i primari parametri di valutazione perseguiti... e tutto il resto (incomprensibile per chi è sclerotizzato su preconcetti) viene maldestramente taggato come "Pseudo-scienza". 

Difronte a tale status-quo, non resta che rispondere come Virgilio disse a Dante: « Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa. »

Non vi è più calzante esempio per descrivere gli Ignavi del XXI secolo, quegli scienziati che non hanno il coraggio di schierarsi contro le convinzioni assunte che non ammettono altre concezioni diverse e che si trincerano con presunzione ed arroganza, dentro la casta della "Scienza Ufficiale", dimenticando di applicare le basilari norme della deontologia professionale che definisce di lasciare la porta aperta sempre ed in particolare verso le nuove concezioni e direzioni di studi interdisciplinari. 

Seguirà a breve il nostro documento come promesso. 

Il documento non è mai più pervenuto. Forse si è perso fra i vasi librosi oppure nel trasporto dei fotosintati…

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