L'intervista al ricercatore
Intervista al ricercatore Alessandro Mendini del 21 dicembre 2006
Lei sostiene che ogni tipo di pianta cresce e si sviluppa in base ad un programma ed ha formulato da oltre cinquant’anni prodotti che agiscono specificatamente sul campo programmatico della pianta. Che cosa significa?
“Il campo programmatico di una pianta è costituito dalla sfera aerea (che comprende la parte vegetativa e la parte alonare magnetica) e dalla sfera radicale che interessa le radici e il terreno. L’intersezione fra le due sfere costituisce la zona di scambio dal quale dipende l’equilibrio vegeto-produttivo.
La programmatica fa riferimento a come la pianta occuperà il suo spazio futuro, con quali tempi ed in quale modo reagirà alle condizioni create dagli eventi spazio-temporali. Potenziando il campo programmatico, la pianta fruttifica senza sforzo… È come un computer con 1.000 megabyte o 1.000.000 di megabyte. Però, così come noi se mangiamo bene viviamo bene, anche la pianta è
legata a cosa pesca dal terreno; per questo l’equilibrio microbiologico è importante, in quanto è il primo filtro equilibratore naturale che regola tutti i processi vitali”.
Per questo lei ha creato anche un prodotto specifico per la bonifica del terreno?
“Nel 2005, viste le condizioni dei terreni agrari, ho messo gratuitamente a disposizione dei clienti della AXS M31 un prodotto specifico per la bonifica, da impiegare per tre anni, tempo necessario per la rivitalizzazione dei terreni. Impiegato unitamente a BioAksxter®M31 realizza un progressivo riequilibrio, l’inversione di una dinamica di degrado irreversibile verso una dinamica di vita, la ricostituzione delle catene biologiche e la risoluzione delle patologie che ne derivano”.
Con l’applicazione della sua scoperta in agricoltura si è aperta la possibilità di uscire da un declino irreversibile?
“Si, perchè mette in sicurezza da fattori ambientali avversi e dall’inasprimento delle problematiche patologiche, assicurando risultati qualitativi che interessano produzioni d’eccellenza”.
Lei ha condotto 26 anni di rilevazioni relative all’aumento della radioattività di base; vuole dirci di cosa si tratta e quale influenza ha in agricoltura questo aumento?
“La radioattività di base è un’energia necessaria per la vita, composta da una miriade di energie. Ad essa sono legate molteplici funzioni vitali, tra cui il flusso linfatico nelle piante e l’attività dei microrganismi nel terreno.
Un eccessivo aumento della radioattività di base, causato dall’aumento della radioattività indotta, può bloccare tali funzioni, determinando l’arresto del flusso linfatico, il conseguente crollo dei tessuti cellulari, l’aumento dell’aggressività dei patogeni fino al collasso del terreno. Io posso affermare che siamo prossimi alla saturazione; ciò comporta la concatenazione di eventi molteplici.
I dati da me rilevati prospettano un risultato apocalittico, in quanto la radioattività di base giunta al punto di saturazione provoca danni irreversibili… Il messaggio passa nel Dna causando la modificazione genetica di tutta la catena biologica”.
Relativamente all’aumento delle fitopatologie che cosa può dirci?
“Nuove patologie innescate da batteri contaminati da virus, ossia modificatori della struttura di crescita determinati dalle molecole a circuito aperto, sono ormai organizzate e pronte a divenire epidemiche. La mia ricerca supera l’individuazione dei vettori di trasmissione delle malattie e considera gli equilibri energetici primari dalla cui alterazione esse derivano”.
A quale innovazione ha condotto la sua ricerca relativamente all’agricoltura?
“Alla realizzazione e all’introduzione nell’agroecosistema di formulazioni veramente ecologiche, in quanto introducono il concetto di energia come unico fattore in grado di ottimizzare tutti i processi vitali. Lo introducono concretamente in quanto ho creato delle essenze magnetiche di tipo idrocompresso computerizzato con capacità di carica pari a 7.6 Gigawatt per mm3, una vera e propria tecnologia dell’energia che agisce secondo i principi di Madre Natura, i soli che ci possano sollevare dalla gravosità della fame dilagante.
Queste formulazioni, prodotte dalla AXS M31, sono caratterizzate da molecole a circuito chiuso necessarie al rientro veloce delle sostanze chimiche; esse costituiscono la sfida di questo secolo dominato dall’inquinamento, ma comportano la conoscenza dell’energia in tutte le sue forme e la padronanza delle cariche vitali…
In sostanza, l’era moderna che segna il passaggio dalle trasformazioni biologiche alle trasformazioni chimiche necessita della comprensione delle trasformazioni energetiche che in natura regolano la vita, così come all’agricoltura moderna occorre la tecnologia dell’energia per poter sopravvivere”.
Le nanotecnologie in agricoltura basano su questo principio, ma vuole indicarci quali sono i vantaggi che derivano dal loro impiego?
“L’impiego di prodotti nanostrutturati a formulazione magnetica mette in atto dei meccanismi vitali che evitano la saturazione dell’ambiente dovuta all’inquinamento chimico e radioattivo, consente l’arginamento di fattori epidemici in atto, il riequilibrio di pianta e terreno e una miglior gestione delle problematiche climatiche grazie alla regolazione del sistema terra - aria - acqua.
Con questa scelta l’agricoltore rinforza e riequilibra il sistema vegeto-produttivo, nonché tutti gli scambi ecobiologici, raggiungendo una produzione di elevato valore; sceglie anche di tutelare la propria salute manipolando un prodotto sicuro al 100%, salvaguardando in questo modo anche la salute del consumatore”.
Intervista del 21 dicembre 2006