L’abuso della chimica in agricoltura: da Rachel Carson ai giorni nostri
In occasione della Festa della Donna e dello scenario di degrado ambientale in cui ci ritroviamo di questi tempi, voglio mettere il vostro focus su Rachel Carson, biologa americana che fin dalla metà del 900 denunciò pubblicamente l’abuso della chimica in agricoltura, ovvero l’uso crescente e costante dei pesticidi e composti organici di sintesi (potenti, aggressivi e ad azione cancerogena), documentando con ricerche e analisi scientifiche, i danni degenerativi per la salute umana e per l’ambiente.
A differenza di oggi, erano poche le persone che all’epoca si occupavano di queste tematiche, ma grazie all’attività di divulgazione scientifica della Carson, è cresciuto l’approccio ecologico a livello globale, influenzando in maniera positiva la mentalità delle persone, quindi formando ed informando.
Rachel Carson ed il suo libro “Primavera Silenziosa” - 1962
L’inconsapevole avvelenamento del pianeta giorno dopo giorno
Rachel Carson ha approfondito anche gli effetti “boomerang” per quanto riguarda l’impiego del DDT in agricoltura, che sviluppa microrganismi sempre più resistenti, eliminando anche i loro antagonisti biologici. Dopo la pubblicazione del suo libro “Primavera Silenziosa” nel 1962, il DDT è stato vietato in diversi Paesi, mentre in Italia è stato bandito solamente nel 1978. Nonostante sia stato vietato da più di 40 anni, secondo i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), il DDT sta ancora inquinando. Un effettivo avvelenamento giorno dopo giorno, causato anche dall'inquinamento dei fitofarmaci attuali.
Già negli anni Sessanta Rachel Carson suggeriva di trovare soluzioni biologiche e bioetiche adeguate in agricoltura, onde evitare che “la primavera scompaia dalla faccia della Terra”. Quelli che oggi definiamo “cambiamenti climatici”.
Dopo 70 anni di abuso della chimica in agricoltura, non è possibile parlare di “biologico” senza disinquinare. Nessuno pensi di stare in un ambiente incontaminato.
Agricoltura rigenerativa per contrastare i cambiamenti climatici: Vandana Shiva
Un secondo focus voglio metterlo su Vandana Shiva, scienziata e attivista indiana, presidente di Navdanya International, che promuove il suo pensiero fin dagli anni '80, viaggiando in tutto il mondo. (Tra le sue battaglie che l'hanno resa famosa, vi è quella contro gli OGM).
Agricoltura rigenerativa, tutela del suolo e della biodiversità come antidoto alla crisi climatica. Secondo Vandana Shiva questa è la strada da seguire. Un approccio alla gestione delle aziende agricole mirato ad invertire il cambiamento climatico attraverso pratiche in grado di ripristinare i suoli degradati. Smettere di pensare che la Terra ed i suoi esseri siano materia prima da sfruttare sempre e costantemente per trarne profitto, appropriarsene, trasformare e gettare via. Purtroppo, questa visione spietata che l’uomo ha - spiega Vandana – “sta creando un unico mondo collegato attraverso i virus. L'emergenza sanitaria che il coronavirus ci sta rivelando è collegata all'emergenza dell'estinzione e della scomparsa delle specie, ed è a sua volta, collegata all'emergenza climatica”.
Coltivare la salute dell’uomo e dell’ambiente
Shiva spiega il disordine ambientale attraverso questa metafora: “Ogni essere vivente ha un sistema di regolazione del metabolismo. Se mangiamo cibo spazzatura, il nostro sistema metabolico genera disordini come diabete e obesità. Allo stesso modo vedo i cambiamenti climatici come un disturbo metabolico della Terra causato da una dieta spazzatura a base di combustibili fossili”.
Il suolo è considerato un bene non rinnovabile e assolutamente da preservare. La vita degli esseri umani dipende da esso, poiché il suolo accoglie e nutre ciò di cui poi l’uomo (e non solo) si ciba. In altre parole, il suolo è il capitale dell’umanità.
Problemi di stanchezza dei terreni ed improduttività di essi sono oggi una costante.
Per le aziende agricole significa cali di resa sempre maggiori, di anno in anno, ai quali si sommano i costi produttivi che aumentano, anche quelli, di anno in anno: una vera e propria concatenazione di perdite ambientali ed economiche. Per non parlare di un’altra perdita fondamentale: la salute dell’uomo.
Articolo de l’Adige.it - 30 marzo 2021
Il tempo dei piccoli passi nella giusta direzione è passato da tempo: Greta Thunberg
Dagli anni '50 della Carson, agli anni '80 di Shiva, arriviamo ai giorni nostri con Greta Thunberg: abbiamo capito che l’abuso della chimica non riguarda solo l’agricoltura, ma l’intero ambiente.
Nel 2021 l’Unione Europea ha deciso di “muoversi verso la sostenibilità”, proponendo di “ridurre del 50% l’uso di pesticidi chimici entro il 2030”, “affinché il 25% del totale dei terreni agricoli sia dedicato al bio entro il 2030”.
Greta Thunberg ed altri giovani attivisti per il clima hanno accusato l’Unione Europea di “non fare abbastanza per rendere verde la Politica agricola comunitaria” e che si dovrebbe ritirare la proposta della Commissione per la prossima Pac, visto che non è in linea con il Green Deal e l’accordo di Parigi sul clima, nonostante doveva essere un pilastro.
Un’eredità di abusi ambientali
Mi chiamo Sara e nel silenzio delle mie 24 primavere compiute, cerco di immaginarmi nel 2030, dopo altri 8 anni di procrastinazioni. Che aria respiro? Che acqua bevo? Di cosa mi nutro?