Il controllo biologico degli afidi delle piante
L'incidenza degli agenti chimici sulla salute dei lavoratori in agricoltura e la produzione di cibi sani, salutari e di elevata qualità sono due moventi che hanno spostato l’attenzione dal controllo chimico dell’agricoltura convenzionale verso il controllo biologico degli insetti. Gli stessi cicli produttivi dell’agricoltura integrata, meno aggressivi in termini di impronta ecologica, pur prevedendo di “utilizzare il controllo biologico quando è possibile, il controllo chimico quando è necessario” sono stati surclassati dalla sempre maggior richiesta di un’agricoltura sostenibile.
La lotta biologica degli insetti è un metodo ambito dagli agricoltori che già hanno compreso quanto sia necessaria una condotta in termini di prevenzione e riequilibrio piuttosto che di uso degli insetticidi come arma ideale.
Anche se l’industria chimica con l’utilizzo dei gas nervini negli insetticidi si sia ispirata all’azione dei parassitoidi, danneggiando la struttura fisica dell’organismo patogeno o paralizzandolo, a trionfare è sempre l’equilibrio, la legge mediante la quale la Natura regola eccessi e scarsità.
Se per controllo biologico degli insetti si intende la naturale capacità di bilanciamento degli insetti fitofagi rispetto agli antagonisti naturali ed ai loro prodotti, come è possibile prevenire ed impedire effettivamente la loro azione devastante sulle colture?
Di seguito, alcuni estratti di quanto è risultato dallo studio condotto dal Settore Ricerca di AXS M31 relativamente al controllo biologico verso colonie di afidi (Acyrthosiphon pisum o afide verde del pisello).
Gli Afidi, più impropriamente Pidocchi delle piante o Gorgoglioni, sono insetti fitomizi, ben conosciuti dagli agricoltori per i danni che causano alle colture, soprattutto in condizioni ambientali predisponenti, come l’innalzamento delle temperature e l’elevata umidità, ed in dinamiche conseguenti al loro sviluppo come la produzione di melata fortemente attrattiva per le formiche. Essendo dotati di apparato boccale pungente-succhiante gli afidi si nutrono della linfa del vegetale che trasformano ed eliminano attraverso l’apparato escretore sotto forma di melata. Le formiche, ghiotte di tale sostanza zuccherina, adottano strategie mutualistiche di difesa da altri patogeni in cambio di tossine capaci di alterarne la risposta immunitaria, purtroppo determinando un aumento esponenziale delle popolazioni di afidi. Esistono anche altri imenotteri che invece parassitizzano gli afidi fissandoli sui tessuti vegetali della pianta attraverso secrezioni salivari e letteralmente svuotandoli della loro consistenza gelatinosa.
Bisogna dunque dire che ci sono numerose specie di afidi, molteplici varietà di caratteri morfologici e diversificati comportamenti. Gli afidi possono avere le ali o esserne privi (atteri) una distinzione che ci porta a capire come, anziché migrare da una pianta all’altra, gli embrioni degli afidi atteri possano formarsi anche all’interno della pianta ospite.
Infatti, il DNA dell’afide si trasferisce nella pianta attraverso la suzione della linfa. La pianta trasmette il messaggio al seme che, per trasduzione, darà luogo nella nuova pianta ad una nuova generazione di afidi.
La riproduzione degli afidi ed il naturale controllo biologico
La riproduzione degli afidi può essere ovipara o vivipara consentendo la coesistenza di popolazioni sia sessuali che asessuate all'interno della stessa specie. Probabile strategia per garantire la progenie.
Nel periodo primaverile o di maggior sviluppo vegetale quando sono maggiori le femmine attere che si riproducono per partenogenesi all’interno della pianta, l’embrione dell’afide sfrutta l’energia utilizzata per la formazione della struttura cellulare vegetale allegandosi nel passaggio da inorganico ad organico (processo di catalizzazione microatomica). Gli afidi, infatti, si trovano sulle foglie e non sui frutti.
Si comprende allora perché tale processo debba avvenire in un range di 80-100.000° al microcosmo affinché la pianta sia in grado di eliminare sul nascere il parassita.
È ciò che avviene trattando le colture con BioAksxter®.
Il controllo biologico degli afidi con BioAksxter®
Una strategia innovativa di controllo degli insetti dannosi in agricoltura è rappresentata dalle formulazioni BioAksxter® la cui efficacia è in funzione della carica magnetica ceduta alla pianta, la quale riprogrammando le sue difese autoimmunitarie ridurrà la fitness e la fecondità dell’insetto parassita, dunque la sua proliferazione.
Il controllo biologico degli afidi con BioAksxter® avviene in tre modalità d’intervento:
- Trattamenti preventivi
- Trattamenti in periodi o condizioni favorevoli ad un maggior sviluppo
- Trattamenti in condizioni di elevata infestazione
I trattamenti preventivi, che si effettuano durante tutto il ciclo di coltivazione in maniera regolare e costante, aumentano la naturale capacità di autodepurazione della pianta (v. microcombustione atomica espressa in gradi).
Nelle colture trattate con BioAksxter® gli insetti perdono la loro forza aggressiva e la loro voracità, limitando la riproduzione in seguito ad una minor ovideposizione. Già dopo un anno si instaura un naturale processo di riequilibrio.
I trattamenti in periodi o condizioni favorevoli ad un maggior sviluppo, che si effettuano a dose doppia (con volume ridotto), bloccano il progetto di trasformazione embrione-afide prevenendo la formazione degli afidi atteri.
I trattamenti in condizioni di elevata infestazione si effettuano con BioAksxter® in tripla dose (a volume ridotto). Le piante ne traggono immediato beneficio e come dimostrato nello studio sopra riportato BioAksxter® agisce subitamente causando la mortalità cellulare dell’afide per effetto della carica magnetica trasmessa.
Sempre in caso di infestazione, ma volendo intervenire con gli insetticidi chimici, è importante ricordare che l’aggiunta di BioAksxter® lascia agire il principio attivo portandone via i residui tossici.
Resistenza e suscettibilità delle piante agli insetticidi
La resistenza agli insetticidi è un fenomeno legato alla perdita di efficacia dei principi attivi degli antiparassitari che inducono un cambiamento genetico nella specie. Dobbiamo considerare inoltre lo stato di dipendenza delle piante che perdono le loro difese immunitarie e la loro capacità reattiva, nonché l’inquinamento dell’ambiente e del prodotto agricolo nocivo per il consumatore.
Dall’azione di riequilibrio di BioAksxter® invece ne traggono vantaggio sia le piante che i terreni.
BioAksxter® agisce come un biotrasduttore poiché capace di far produrre anticorpi alle piante, ossia proteine atte ad aggredire virus e batteri di cui gli afidi sono vettori.
I trattamenti chimici nei confronti dei parassiti invece riducono il processo di catalizzazione microatomica sotto la soglia ottimale di azione comportando inoltre lo sviluppo delle patologie e mantenendo a carico di terreno, pianta e frutto il residuo chimico.
BioAksxter® si è dimostrato capace di controllare in modo naturale le popolazioni di organismi dannosi in un agroecosistema, come appunto gli afidi, portandoli al di sotto della soglia economica di danno.