Gli obiettivi dell’agricoltura sostenibile: da fame zero a era della fame
Da qualche anno lo zero sembra essere tornato di moda anche in agricoltura: residuo zero, zero pesticidi, km zero, costo zero, fame zero… È come se stessimo tornando all’origine? No, in realtà abbiamo proprio azzerato i nostri valori. Se qualche anno fa la successione numerica di Fibonacci intravvista in un girasole sembrava ci riportasse all’evoluzione, ora c’è proprio bisogno di ripartire da zero. Non per fare marketing, ma per riconquistarsi invece il diritto di vivere, adesso che, tirati i conti, forse abbiamo capito di dover fare una scelta ecologica. Questo almeno sembra trasparire dagli obiettivi dell’Agenda 2030 (Sustainable Development Goals, SDGs), anche se guardando ai tempi… la situazione appare diversa.
Sottoscritti dai Governi di 193 Paesi nel 2015, revisionati nel 2020 e resi attuabili nel 2030, gli irraggiungibili obiettivi della nostra società progredita (dal punto di vista economico, sociale ed ambientale) più che una necessità sembrano soltanto sostenere… un gioco. Il gioco dello sviluppo sostenibile o il gioco dell’oca?
Un po’ gioco dell’oca lo sono, un gioco per bambini come suggerito dalla grafica multicolore; determinato dalla sorte nel rimanere sempre fermi allo stesso punto o di pagare pegno, quando ancora non si torni indietro; tesi a raggiungere l’ultima casella: la creazione di un mondo migliore.
Il bello è che a tanti piace giocare… e trovano eccitante divertirsi con questo programma d’azione internazionale; invece, altri lo prendono come un impegno … e si impegnano religiosamente. Il religioso impegno (dal latino religare, unire insieme) di unire agricoltura e ambiente. Ed ecco l’aumentare della produzione nel rispetto della biodiversità, il diminuire le risorse impiegate mantenendo alti gli standard di qualità, bla bla bla… quasi una giaculatoria.
L’Agenda 2030 non è un Vangelo eppure molte aziende che operano nel settore agricolo si vestono da portatori di credo. Portano una Catechesi Agricola con cui sgranare il rosario dei 17 rassicuranti Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Sul fondale della Nuova Chiesa, al posto di Madonne e Cristi ancora in croce, ora si esibiscono pietose situazioni di bimbi all’estremo pronti a strappare denaro alle persone. Madre Teresa di Calcutta li aveva lasciati lì sul tavolo congressuale delle Onlus, dove l’acqua minerale sorseggiata costava più di un bambino da salvare.
Non è possibile giungere ad una prosperità comune se prima non disinquiniamo i cuori, e le menti, ed i milioni di ettari da cui trarre il sacro cibo.
Non illudetevi di mitigare i cambiamenti climatici attraverso una ipotetica riduzione degli input, milioni di tonnellate di sostanze ogni anno si accumulano nei suoli, mentre lo smart farming sta lentamente ammiccando.
L’olocausto mondiale avanza. Non fame zero, ma era della fame. L’inazzerabile costo dell’umanità è servito.
Manca il grano? Intanto abbiamo le farine di leguminose e non ultima, la farina di grillo, a garantirci lo zero sostenibile dell’impatto ambientale.