Gesso di defecazione da fanghi: io feci, tu feci, egli feci…
Gesso di defecazione cos’è?
E’ di questi giorni la notizia ufficiale: fertilizzanti dai depuratori, insomma acque reflue urbane e agro-industriali contenenti batteri fecali, farmaci e metalli pesanti camuffati con l’avvenente termine fango biologico e con l’enunciata “economia circolare” che ora va tanto di moda e che sottintende efficienza, efficacia ed economicità a prospettare la capacità di produrre perdendo il meno possibile.
Gesso di defecazione da fanghi: acque reflue usate come fertilizzanti. Emergenza sanitaria.
Un tentativo di far apparire come attenzione all’ambiente e tecnologia innovativa quello che in realtà è il riciclo dei più biechi scarti di lavorazione, comprese le feci umane. Come disse il ricercatore A. Mendini “strano, su questo pianeta la fanno e poi la mangiano…”.
Questo “fango biologico di depurazione” che verrebbe registrato come gesso di defecazione da fanghi diverrebbe un fertilizzante correttivo dei suoli agrari, essendo ricco di azoto. Si è fatto in modo che questo azoto, contenuto in questo cesso … pardon gesso, dal punto di vista giuridico possa non essere considerato un rifiuto non avendo ancora concluso il suo processo depurativo, tuttavia, ironicamente, consentirà di trasformare direttamente in rifiuto quella che oggi è la produzione agricola così garantendoci una sicura emergenza sanitaria.
Trasformare un rifiuto in una risorsa non è da tutti, solo l’uomo evoluto può farlo, perché essendo dotato di massa cerebrale è pur privo di pensiero.
Rifiuti speciali, rifiuti pericolosi o solamente reflui?
I reflui o più precisamente le acque reflue o di scarico, dette anche acque nere, sono tutte quelle acque contaminate dalle attività domestiche, industriali ed agricole in seguito all’uso di sostanze dannose per la salute e per l’ambiente. Finiscono nelle reti fognarie e negli impianti di depurazione, ma poi dove finiscono?
Acqua degli scarichi per irrigare i campi?
Per far meglio percepire la situazione vi raccontiamo la giornata del signor Oronzo: ogni mattina si alza e fa una bella doccia, schiuma da bagno, shampoo poi si lava i denti col dentifricio, si siede sul water orina e defeca, carta igienica e detergente intimo ed infine si ridà una lavatina alle mani. Prima di uscire dal bagno avvia la lavatrice, mette detersivo, disinfettante o candeggina e ammorbidente.
Tutto questo va nelle acque nere, ma non è finita … prende la pillola per la pressione e quelle per il cuore qualche volta l’aspirina o la tachipirina per l’influenza, per fortuna raramente un antibiotico e se capita la pillola azzurra. Tutto va lì, nelle acque nere.
Oronzo fa colazione, pranzo e cena quindi lava le stoviglie: detersivo, brillantante, decalcare; pulisce piano di cottura e forno con sgrassatore e lucidante degli acciai; all’occorrenza un colpo ai vetri. Oronzo esce di casa, prende la macchina e … purifica l’aria.
Oronzo andava a lavorare in un’industria chimica: caporeparto, orgoglioso ogni giorno di sfornare un altro po’ di inquinanti, ammoniaca, cloro, metalli pesanti, cianuro, mercurio e quant’altro.
Dopo l’operazione al cuore si è messo a lavorare in campagna nei suoi 3 ettari di coltivazioni: 100 kg di concime il lunedì, 30 dosi di fitofarmaci vari il martedì, una bella spalata di pollina il mercoledì, letame e liquami compostati il giovedì, una bella svuotata alla botte del trattore il venerdì … il settimo giorno si riposò; tanto tutto va al suo posto, nei prodotti agricoli freschi e nei trasformati, negli alimenti, nelle falde acquifere e nel depuratore di valle. Poi per il fango biologico … ci organizziamo.
Visto Oronzo ora immaginate una intera popolazione e moltiplicate … Stimati 150 litri al giorno di acque reflue per abitante, pensate a quanti inquinanti sono immessi in circolazione, pensate a dove va tutta ‘sta roba…
Le feci umane sono un buon concime: io feci, tu feci, egli feci…
Non sapendo più dove buttare “tutta ‘sta roba” si è pensato bene di apportare delle modifiche alla normativa del Testo Unico Ambientale che classificava rifiuto ogni elemento di cui “disfarsi” ma che privilegiandone il recupero, ora consente di considerare questa “quantità in progressivo aumento” una risorsa.
Fertilizzanti dai depuratori: da rifiuto a risorsa
Qui nasce il business della cacca, ossia il modo di trasformare le feci umane in concimi.
Proprio a Milano nel 2015 in un congresso internazionale sulla chimica innovativa si presentò con vanto il progetto di utilizzare la cacca umana come fertilizzante, con un confezionamento prezioso, come quello di un gioiello, in modo tale da farne compiacere la borghesia … ricavandone 30.000 €/ton.
Alla faccia di chi dichiara di voler dare un ruolo dignitoso all’agricoltore, non solo di fornitore di cibo ma anche creatore di vita.
Gessi di defecazione. Odore nauseabondo, un tanfo insopportabile: è il profumo dei campi al giorno d’oggi
A tal proposito, parafrasando che la chimica del futuro nasce dalla natura, ci ricordiamo la confessione di un cliente BioAksxter® che, sostenendo l’importanza della filiera agroalimentare, volle fare un confronto con gli altri fertilizzanti e visitando le aziende produttrici ebbe un impatto a dire poco sconvolgente per l’odore acre e pungente di morto, decomposizione, putrefazione e ogni altro termine correlato si volesse usare per definire, pur senza renderla percettibile, la reazione fisica subita. Tutti assuefatti, là nessuno se ne rendeva conto.
Morale: ad ogni modo e ogni maniera ci sta sempre la filiera.