Gelo e neve: prodotti agricoli “surgelati” in campo
Buran, Burian, Buriana, Bora: ecco qual è la versione giusta
Il termine Buran ha origine dalla parola russa e da quella turca buraan, “vento molto forte“. La radice comune è bor, che significa “volgere, trascinare”, quindi Buran e Burian sono esattamente la stessa cosa, il nome giusto è però il primo e cioè Buràn. La grafia italiana alternativa burian subisce l’interferenza della parola buriana, un temporale intenso di breve durata soprattutto estivo. È più noto un suo equivalente dialettale di borea: la bora, il famigerato vento di nord-est o est-nord-est che scende dal Carso sul golfo di Trieste. Ma tralasciamo un po’ le origine e torniamo a questa ondata di neve e gelo siberiano che ha colpito la nostra penisola, solitamente abituata al clima mediterraneo, facendoci sentire dei veri e propri stoccafissi
Inverno in Siberia. La foto del 1960
Quali sono i benefici della neve per l’agricoltura?
Non tutti sanno che il manto nevoso può proteggere le coltivazioni dal gelo. Verdure come: fave, piselli, aglio, finocchi, cime di rapa, spinaci, bietola ed altre ancora traggono beneficio e protezione dalla neve. Questo perché i fiocchi sono costituiti per una parte d’acqua e per nove parti di aria, intrappolata all’interno. Quest’aria funge da isolante termico e trattiene il calore proveniente dal terreno. Questo fenomeno, a sua volta, protegge le piante dall’escursioni termiche e dal freddo intenso. Non a caso un antico proverbio della tradizione contadina recita “Sotto la neve pane, sotto l’acqua fame”.
Il gelo siberiano distrugge le coltivazioni
Infatti, non è tanto la neve a preoccupare gli agricoltori, ma il brusco abbassamento delle temperature sotto lo zero, il protrarsi di questo gelo che rischia di distruggere irrimediabilmente frutteti, oliveti, limoneti, vigneti, le colture orticole invernali in pieno campo prossime alla raccolta e le colture in serra. Vediamo in dettaglio cosa stanno vivendo in queste ore i nostri agricoltori e quali saranno le conseguenze più a lungo termine:
Foto di Domenico Marcolin. Montebelluna, 27 gennaio 2018
- Dall’Emilia Romagna alla Puglia il clima primaverile delle settimane scorse ha provocato il risveglio vegetativo delle piante da frutto. In alcune colture le gemme sono già gonfie, in altre è già in corso la fase di allegagione e di scamiciatura. Il gelo brucia i fiori con conseguenze importanti sul ciclo vitale e produttivo. In presenza di frutticino, le temperature che scendono sotto lo zero causano danni irreversibili e possono decretare la perdita di quasi tutta la resa produttiva degli alberi già in fiore (pesche, albicocche, susine, nocciolo, ciliegie, pere, etc). Nel caso in cui la gelata fosse breve e lieve, potrebbe espletare la funzione di un diradamento naturale negli alberi da frutto, ma nel caso in cui si prolungasse nel tempo aumentando di intensità, questo arrecherebbe danni notevoli alla frutticoltura italiana
- C’è forte preoccupazione per le conseguenze delle gelate sulle orticole in pieno campo prossime alla raccolta in quanto sono state colpite coltivazioni di fave, piselli, meloni, carciofi, finocchi, broccoli, patate e le fragole tanto per citarne solo alcuni
Ormai è fatta. Foto di Giovanni Caiazzo. Napoli, 28 febbraio 2018 - Se le temperature minime dovessero rimanere a lungo sotto lo zero, ci sarebbero danni ingenti anche in viticoltura in quanto il gelo provoca danni strutturali ai vigneti, il che comporta il successivo rimpiazzo delle piante colpite ed anni di attesa prima che queste entrino nuovamente in produzione
- L’accumulo di neve provoca danneggiamenti alle strutture di copertura e sostegno di frutteti e vigneti, alle serre ed ai capannoni agricoli, mentre sulle piante il peso della neve causa la rottura dei rami. Infatti, in alcune zone i tendoni da uva da tavola hanno già registrato cedimenti strutturali a causa dell’eccessivo peso. Rischiano il crollo perfino i pergolati dei limoneti nella Penisola Sorrentina
Serre distrutte dal carico neve - Non dimentichiamoci del riscaldamento delle serre, soprattutto quelle floricole della costa napoletana, che in queste ore è al massimo regime per non perdere le produzioni. Tutto questo si traduce in costi esorbitanti per l’acquisto del gasolio utilizzato per il riscaldamento delle serre
- Come ciliegina sulla torta, aggiungiamoci anche le problematiche legate alla difficoltà nei trasporti e nella logistica che potrebbero far salire le quote di prodotto invenduto ed andato a male: gli ortaggi stanno gelando in campo, i camion non partono per i disagi alla circolazione stradale, i ritiri e le consegne di prodotti freschi già pronti ed imbustati subiscono dei ritardi pazzeschi
Le gelate: ormai una consuetudine con cui fare i conti
Si tratta degli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestando con pesanti conseguenze sull’agricoltura italiana. Ogni anno vediamo il moltiplicarsi di eventi estremi:
- sfasamenti stagionali
- inverni fin troppo miti, preceduti da autunni burrascosi e da estati tropicali
- primavere con notevoli sbalzi termici con passaggi nel giro di pochi giorni dal gelo invernale all’afa agostana
- Grandinate sempre più frequenti che decimano raccolti e precipitazioni come bombe d’acqua
- gelate e picchi di calore anomali si alternano durante l’anno e lungo tutta la Penisola
Tutto è sbilanciato, spostato verso degli estremi. L’agricoltore per il quale la natura con tutti i suoi meccanismi è la fonte di sussistenza e di guadagno, è messo davanti ad uno scenario drastico e spaventoso che sicuramente non migliorerà nei prossimi anni, anzi…
Come proteggere le piante dal freddo e dal gelo invernale?
Abbiamo già mostrato i risultati raggiunti dalle aziende agricole che hanno potuto superare le gelate dell’anno scorso. Le loro testimonianze vengono riportate in questo articolo “Ortaggi invernali dopo 8 gelate e 2 nevicate!”. I danni a causa del gelo sulla produttività delle aziende agricole sono enormi e ci si trova ad affrontare i problemi utilizzando metodi arcaici e soluzioni impossibili, disperatamente , quando invece grazie all’avanzata tecnologia disinquinante di BioAksxter®, come dimostrato più volte, è possibile far fronte a queste problematiche proteggendo le piante dal freddo e dalle gelate.
Quella dei cambiamenti climatici è una sfida che riguarda tutti, in primo luogo gli agricoltori, la cui attività sta alla base della nostra stessa sopravvivenza. Una sfida che può essere vinta se ognuno di noi contribuisce con i propri comportamenti ad affermare un diverso modello di sviluppo. Un modello più sostenibile e più attento alla gestione delle risorse naturali, che tocchi tutta la filiera, partendo dall’impresa agricola fino alla tavola di ognuno di noi.