Frutta tropicale in Italia: vuoi Mango, Avocado, Papaya o Salsa e Rumba?
La guapa cubana con la gonnellina di banane che balla la salsa non è più un sogno dei paesi tropicali… ora possiamo smettere di ballare e coltivare frutti esotici perché i cambiamenti climatici ci regalano (almeno per il momento) la possibilità di coltivarli e gustarli anche stando in Italia.
Sono principalmente queste le specie da frutta tropicale coltivate in Italia, soprattutto in Sicilia ma anche in Calabria, Basilicata, Puglia, Lazio e Sardegna, dove le temperature ne consentono la produzione: avocado, mango, papaya, banana, le più conosciute, ma ci sono anche maracuja, litchi, zapote nero, sapodilla, macadamia, annona, pitaya, carambola, feijoa e tamarillo.
BioAksxter® impiegato nelle coltivazioni di frutta tropicale consente una maggior resistenza agli stress (climatici, termici, idrici etc.) e favorisce una maggior concentrazione di sapore e profumi.
Coltivazione di mango
A proposito di… terreni convertiti a coltivazioni di frutta tropicale
La possibilità di coltivare avocado, mango, papaya e banane a chilometro zero fa ben sperare per quanto riguarda il rinnovo dell’economia locale delle aree rurali. Anche le colture esotiche nazionali hanno però necessità di un perfetto equilibrio tra clima, terreno e qualità dell’acqua, determinante per le caratteristiche organolettico-nutrizionali e la sicurezza alimentare: sono queste le proprietà capaci di far rinunciare al prezzo basso di quella frutta tropicale che purtroppo viaggia a lungo nei container delle navi.
Le destinazioni estere delle produzioni esotiche italiane guardano al mercato Europeo, in concorrenza con la Spagna che però sembra abbia una minor reputazione per quanto riguarda la qualità dal punto di vista dello stato sanitario, della contaminazione chimica dei prodotti e dello stato di conservazione.
Tuttavia, l’Italia dovrebbe migliorare la reputazione del suo Made in Italy, e non solo quello esotico, guardando alla riduzione dell’impatto ambientale attraverso l’attività agricola anche per meglio promuovere i prodotti agroalimentari, ma lo dovrebbe fare con scelte che siano effettivamente in grado di consentirlo. Più precisamente non si tratta di ridurre al minimo gli effetti negativi sull’ambiente, ora è strettamente necessario intervenire con un progetto di risanamento rivolto al sistema produttivo agricolo.
Il degrado dell’intera catena alimentare causato dall’accumulo di sostanze nell’ambiente e dallo sfruttamento intensivo delle risorse sono da anni oggetto di valutazione di rischio, danno e impatto senza però approdare ad alcuna soluzione. E’ tempo di agire!
BioAksxter® è la tecnologia disinquinante, prodotta in Italia fin dal 2002, capace di risanare il sistema produttivo agricolo attraverso il disinquinamento dei terreni e delle acque. Senza cambiare nulla…
Coltivazione di papaya
Colture sostitutive?
La scelta produttiva delle aziende agricole indirizzata alle piante da frutto tropicali non è solo un fenomeno dettato dal surriscaldamento globale che sta modificando o meglio sconvolgendo il clima…
Infatti ci sono aziende agricole lungimiranti che hanno individuato nuove opportunità di mercato, ma è doveroso evidenziare che:
in seguito alla devastazione della coltivazione dell’olivo con la Xylella CoDIRO, delle drupacee con la Sharka PPV e degli agrumi con il CTV (oh che Tristezza!), ma anche in seguito alle difficoltà produttive del pomodoro con Nematodi galligeni, Tuta absoluta e compagnia bella, gli agricoltori italiani soprattutto negli ultimi 5 anni si sono cimentati nella sostituzione con piante da frutto tropicali di varie specie. Sono finora 500 gli ettari di coltivazioni frutticole tropicali sostitutive.
Purtroppo il reimpianto, la sostituzione delle colture, la conversione varietale sui terreni interessati da queste patologie si sono dimostrate e si dimostreranno soluzioni temporanee che nel prossimo futuro si tramuteranno in perdite gravanti fortemente sull’economia dell’azienda agricola oltre a contribuire alla degenerazione dell’intero agroecosistema e degli equilibri sanitari. Infatti, non intervenendo con specifici trattamenti mirati al risanamento del terreno è impensabile poter coltivare a lungo senza ricadere in condizioni improduttive analoghe …
Coltivazione di Avocado
L’estirpo ancorché obbligatorio senza una adeguata bonifica del terreno contaminato è un’operazione inutile ed insensata. Come già avvenuto ed avverrà nel caso degli scopazzi del melo, della sharka delle drupacee, della coltivazione delle nocciole a sostituzione del kiwi e così via. Le cosiddette varietà resistenti o l’impianto di colture sostitutive, idem con patate!
E non saranno certo le tecniche sostitutive (dei terreni improduttivi) come il Floating System a liberarci dal treno inquinamento/cambiamenti climatici prossimo alla stazione “Era della fame”. Altro che colture da reddito…
A queste aziende agricole vanno i nostri migliori auguri, ma non essendo sufficienti auspichiamo oltre ad una attenta valutazione del rischio, l’opportuna messa in sicurezza delle produzioni con la necessaria attuazione degli interventi, dato che esiste una tecnologia risolutiva. I loro tecnici o gli enti preposti dovrebbero dirlo, ma tacciono? La responsabilità non è solo politica, parte innanzitutto da ogni singolo individuo, tanto più se addetto ai lavori.