Frutta e Verdura meno nutrienti di un tempo: domande e risposte sul cibo di oggi
Immagina di mordere una mela fresca e succosa, o di tagliare una carota dolce e croccante appena raccolte. Sebbene tu possa trarne piacere, in realtà la frutta e la verdura di oggi hanno perso gran parte dei loro nutrienti di un tempo. Se questi alimenti fossero stati coltivati 50 anni fa, avremmo dei valori diversi in termini di vitamine, minerali e sapore.
Ci si chiede allora: come siamo arrivati a questo punto?
Ne parliamo qui, analizzando cosa è successo e tutto quello che possiamo fare.
Com'è cambiato il contenuto di nutrienti nella frutta e nella verdura? Quanto e cosa abbiamo perso?
Dal 1950 a oggi, vari studi a livello internazionale hanno rilevato una drastica perdita di nutrienti nella frutta e nella verdura. Di seguito riportiamo alcuni esempi:
- In Francia, sono stati presi in esame i 70 frutti e verdure più consumati dai francesi, i quali hanno perso mediamente il 16% di calcio, il 27% di vitamina C e il 48% di ferro. Tutto ciò dal 1950 al 2000. Sono in corso degli studi inerenti all’ultimo ventennio. Questi valori sono stati comparati in base alla tabella CIQUAL, ovvero la tabella di composizione nutrizionale dell’ANSES, Agenzia Nazionale di Sicurezza Alimentare.
- Negli Stati Uniti, sono stati equiparati i dati dello stesso periodo sulla base di 43 alimenti ortofrutticoli. I risultati sono altrettanto preoccupanti: -6% di proteine, -16% di calcio, -9% di fosforo, il -15% di ferro ed il -38% di riboflavina (vitamina B2). Il confronto è stato fatto sulla base di dati di comparazione nutrizionale del Dipartimento dell’Agricoltura Americano USDA.
- Nel Regno Unito, sono stati fatti gli stessi studi partendo dalle tabelle di composizione nutrizionali del Medical Research Council (tabelle di McCance), dal 1940 al 1991. Le perdite di nutrienti constatate riguardano il -49% di sodio nei legumi ed il -29% nella frutta, il -16% e -19% di potassio, il -24% e -16% di magnesio, il -46% ed il -16% di calcio, il -27% e il 24% di ferro ed infine il -76% e -20% di rame.
- Negli ultimi quindici anni, in diversi Paesi del mondo il problema della perdita di nutrienti negli alimenti è diventato sempre più grave. Uno studio condotto da Eta Meta Research per Federsalus (referente delle aziende e interlocutore delle Autorità nazionali e internazionali in materia di integratori alimentari) evidenzia un dato allarmante: "Rispetto a 15-20 anni fa, la maggior parte degli alimenti ha perso oltre il 50% di vitamine e sali minerali". Questo declino dei valori nutrizionali preoccupa biologi, nutrizionisti e professionisti nel campo delle tecnologie alimentari, che si interrogano sulle possibili conseguenze per la nostra salute e sul futuro della nostra alimentazione.
Questa diminuzione generale è stata chiamata “effetto diluizione”: si tende a produrre più frutti e ortaggi, ma con una minore densità di nutrienti. Insomma, quello che mangiamo oggi è diverso da quello che mangiavano i nostri nonni. Ecco perché oggi siamo più deboli e predisposti alle malattie.
Quali sono le cause principali della perdita di nutrienti nella frutta e nella verdura?
È inutile girarci attorno: la perdita di nutrienti nella frutta e nella verdura è un problema complesso e multifattoriale, ma la causa fondamentale è l’inquinamento a livello globale. Già negli anni 2000, la AXS M31 sottolineava l'impatto negativo dell’inquinamento (chimico, batteriologico e radioattivo) sulla salubrità dei prodotti ortofrutticoli, ma è solo di recente che la scienza ufficiale ha riconosciuto la gravità della situazione.
Le sostanze inquinanti si trovano nell’aria, nell’acqua e nella terra, elementi primari per la coltivazione. Nel momento in cui tali matrici ambientali sono inquinate, anche il prodotto finale lo è.
Anche il modo in cui la frutta e la verdura vengono raccolte, lavorate, conservate e trasportate può avere un impatto significativo sulla loro qualità nutrizionale. Metodi non ottimali possono portare a una rapida degradazione dei nutrienti.
Inoltre, negli ultimi decenni, le varietà delle colture frutticole e orticole sono state selezionate principalmente per la loro resistenza e resa, piuttosto che per il contenuto nutrizionale. Ciò ha portato ad un impoverimento della biodiversità agricola e ad una riduzione dei nutrienti.
Che ruolo giocano i metodi di coltivazione moderni? Cosa possiamo fare per ottenere un cibo ad alto valore nutrizionale?
L’inquinamento, nelle sue molteplici forme, rappresenta una delle sfide più gravi per la qualità nutrizionale della frutta e della verdura. In particolare, l’inquinamento agricolo.
L'agricoltura intensiva si basa su un modello di produzione che massimizza la resa per ettaro attraverso l'uso intensivo di input chimici, tra cui fertilizzanti sintetici e pesticidi. Sebbene questa pratica possa inizialmente aumentare la produzione, essa porta ad un impoverimento del suolo e a una diminuzione della biodiversità microbica, essenziali per il mantenimento della fertilità e della salute del suolo.
L’uso di fertilizzanti chimici e pesticidi anche in caso di rotazione, comporta fenomeni di salinizzazione e acidificazione del suolo, anche nelle aziende agricole più piccole.
La prevalenza della monocoltura riduce il patrimonio genetico agricolo, aumentando la vulnerabilità alle malattie e ai parassiti.
Dunque, le scelte agricole determinano il valore nutrizionale del nostro cibo e il modo in cui possiamo preservarlo. Ma quali soluzioni possiamo adottare per migliorare questa situazione? Oltre a un ritorno a metodi di coltivazione più sostenibili, esistono anche tecnologie innovative in grado di andare oltre all’impatto zero.
In agricoltura, il concetto di “oltre l’impatto zero” è rappresentato dalle formulazioni BioAksxter®, la cui peculiarità è estremamente vitale rispetto a tutti gli altri prodotti sul mercato: ha un’azione depurativa nei confronti del suolo, della pianta e del prodotto agricolo finale. Trasforma le sostanze inquinanti in strutture organiche di assorbimento, permettendoci di mangiare del cibo effettivamente disinquinato, ossia libero da residui chimici e ambientali e quindi ricco di sostanze nutritive.
Cibo di ieri vs cibo di oggi: sapori e nutrienti a confronto
Immagina di essere in un mercato di paese, magari negli anni ’50. Nell’aria senti il profumo intenso delle pesche, dolce e zuccherino, e l’aroma dei pomodori maturi, raccolti solo poche ore prima. Il bancone è carico di frutta e verdura dai colori vivaci, e basta avvicinare una mela al naso per percepirne subito la fragranza. Le persone comprano a chilometro zero, e ogni prodotto ha il suo sapore distintivo, unico come il terreno e il clima in cui è stato coltivato.
Oggi, quando torniamo dal supermercato, il nostro sacchetto è altrettanto pieno di frutta e verdura, ma quei sapori intensi sembrano un ricordo lontano. Certo, la mela è più grande e lucida, la pesca non presenta ammaccature, ma la fragranza è inesistente e, quando la assaggiamo, è spesso insapore. Che cosa è cambiato?
Gli agricoltori di una volta lavoravano su un terreno che poteva rigenerarsi semplicemente con la rotazione delle colture. Erano altri tempi. Non c’era l’inquinamento di oggi. Questo assicurava un suolo fertile dove le piante creavano i frutti, assorbendo e trasformando le sostanze nutritive e trasferendole a noi attraverso un cibo salutare.
Oggi, però, il terreno è sfruttato e inquinato, senza sosta.
Questa evoluzione ci lascia con un interrogativo. Quello che a noi sembra progresso è effettivamente un miglioramento? La nostra tavola oggi offre sicuramente più varietà, ma a quale prezzo?
Gli effetti della perdita di nutrienti di frutta e verdura sulla salute umana
La perdita di nutrienti nei prodotti freschi ha effetti significativi e concreti sulla nostra salute. Ti sei accorto che siamo sempre più deboli, sempre più ammalati? Le vitamine, i minerali e gli antiossidanti presenti nella frutta e nella verdura sono componenti essenziali per il funzionamento ottimale dell’organismo: regolano le difese immunitarie, proteggono le cellule dallo stress ossidativo, supportano il metabolismo e contribuiscono alla salute del sistema cardiovascolare e del cervello.
Oggi, un minor apporto di nutrienti si traduce in carenze croniche, con sintomi come affaticamento, sistema immunitario indebolito, e nei casi più estremi, malattie da carenza nutrizionale. La diminuzione dei livelli di ferro, ad esempio, porta a stati anemici, con effetti su energia e concentrazione; livelli ridotti di potassio influiscono negativamente sulla funzione muscolare e sulla regolazione della pressione sanguigna. La carenza di antiossidanti naturali, infine, aumenta il rischio di malattie croniche legate all'infiammazione, come quelle cardiovascolari e neurodegenerative.
Tornando agli studi citati ad inizio articolo, dove si dimostra che rispetto a 50 anni fa il contenuto di minerali come calcio, ferro e potassio è calato sensibilmente in diversi tipi di frutta e verdura, per ottenere oggi la stessa quantità di nutrienti necessaria al nostro benessere dobbiamo consumare quantità maggiori di cibo rispetto al passato. È possibile? La quantità non sostituisce la qualità.
L’alimentazione moderna, che spesso predilige prodotti raffinati e confezionati, tende già di per sé a ridurre l’apporto di nutrienti essenziali, inoltre, frutta e verdura non fanno che peggiorare il quadro della situazione.
Ecco perché BioAksxter® rappresenta la risposta concreta a questa esigenza. Non solo promuove un cibo più salutare e ricco di nutrienti, bensì crea una forma di agricoltura sostenibile, capace di ripristinare le risorse naturali ed offrire alle prossime generazioni dei prodotti salutari. Optare per scelte come questa significa nutrire non solo il presente ma anche il futuro.