Filiera Corta e Prodotti a Km Zero: facciamo chiarezza
Quanto ne sai realmente sulla filiera corta e sui prodotti agricoli a chilometro zero? Hai mai avuto dubbi sull’effettiva sostenibilità? In questo articolo esploreremo i significati di filiera corta e prodotti a Km zero, per capire se rappresentano un'efficace risposta sia dal punto di vista ambientale che del benessere individuale, analizzando i vantaggi e le potenziali trappole di greenwashing. Risponderemo alle domande più comuni dei consumatori, facendo chiarezza su una delle tendenze più dibattute nell'alimentazione moderna.
Cosa si intende per filiera agroalimentare corta? Cosa sono i prodotti a km 0?
La filiera corta agroalimentare ed i prodotti a chilometro zero si riferiscono ad un modello di produzione e consumo alimentare che mira a ridurre al minimo la distanza tra il luogo di produzione agricola ed il punto di consumo finale. In altre parole, si tratta di acquistare e consumare cibo che viene coltivato e prodotto nelle vicinanze della propria comunità o regione, limitando al massimo il trasporto e riducendo l'impatto ambientale legato alla logistica. Questo approccio promuove la freschezza del cibo, incoraggiando al contempo il sostegno ai piccoli produttori locali.
Tuttavia, è importante sottolineare che la sua prossimità geografica al punto di consumo non garantisce necessariamente pratiche agricole sostenibili o l'assenza di residui chimici negli alimenti. Infatti, molti produttori che adottano il modello di agricoltura a km 0 possono comunque utilizzare prodotti fitosanitari. Dunque, la vicinanza al luogo di produzione non è di per sé una garanzia di coltivazione “biologica” o “ecologica”. Pertanto, i consumatori devono essere consapevoli della necessità di approfondire la conoscenza sulle pratiche di produzione utilizzate dai coltivatori.
Cosa deve sapere il consumatore sulla filiera corta ed i prodotti a km 0
Quando si tratta di fare scelte alimentari consapevoli, capire appieno il concetto di filiera corta e prodotti a chilometro zero è fondamentale. In questo segmento, esamineremo i falsi miti che sostengono questa tendenza sempre più diffusa e forniremo informazioni essenziali affinché i consumatori possano prendere decisioni informate e sostenibili per la propria salute e per l'ambiente:
- è importante notare che i prodotti locali (o prodotti tipici regionali) non sempre sono prodotti salubri, saporiti e genuini. La qualità del prodotto agricolo è legata alle proprietà organolettiche, non al territorio. Il consumatore spesso confonde questi concetti. Mentre è vero che il territorio può influenzare la tipologia di coltivazione e la qualità dei prodotti agricoli, associare sistematicamente l'agricoltura territoriale alla salute e al concetto di “prodotto sano” è fuorviante.
- Un altro mito comune è che l'assenza di intermediari nella filiera corta garantisca automaticamente prezzi più bassi per i consumatori. Fattori come le dimensioni dell'azienda agricola e le pratiche di coltivazione possono influenzare il prezzo finale dei prodotti. I consumatori dovrebbero considerare attentamente diversi fattori oltre al prezzo quando scelgono di acquistare da produttori locali.
- È fondamentale considerare l'impatto ambientale complessivo di un prodotto, non solo la distanza percorsa dalla sua origine al punto di vendita, ma anche valutare la presenza di certificazioni o garanzie di qualità. Le analisi multiresiduali, in grado di verificare l’assenza di residui dei principi attivi contenuti negli agrofarmaci impiegati, forniscono ulteriori dati sull'impatto ambientale di un prodotto agricolo.
- Nonostante le crescenti preoccupazioni riguardo all'inquinamento e alla sicurezza alimentare, molte soluzioni considerate dal settore agricolo risultano discutibili. Per questo motivo il fertilizzante disinquinante BioAksxter® costituisce la risposta concreta alle problematiche della qualità igienico-sanitaria, nutrizionale ed organolettica di ciò che si mangia.
Vantaggi e svantaggi filiera corta e prodotti a km 0
Vantaggi | Svantaggi |
Maggiore trasparenza e tracciabilità | Limitata varietà di prodotti disponibili |
Supporto diretto ai produttori locali | Costi più elevati rispetto ai prodotti industriali |
Maggiore freschezza dei prodotti | Difficoltà logistiche per la distribuzione su larga scala |
Riduzione del consumo di carburante e delle emissioni | Dipendenza dalla stagionalità dei prodotti e dalle condizioni climatiche locali |
Promozione di relazioni dirette tra produttori e consumatori | Capacità produttiva limitata per soddisfare la domanda elevata |
Minore necessità di imballaggi | Mancanza di standardizzazione |
Promozione della biodiversità agricola locale | Prodotti disponibili solo in aree geografiche specifiche |
“Mangio a Km 0”: l’inconsapevolezza di chi consuma
Il trend del "mangio a Km 0" sta diventando sempre più popolare e spesso il consumatore non è pienamente consapevole di cosa comporti realmente. Sai perché?
Le persone non considerano minimamente il contesto in cui si trova l’attività agricola. Ad esempio, nei metodi di coltivazione convenzionale, integrato e biologico, la presenza di pesticidi e altre sostanze chimiche è un problema, sia per l’inquinamento diretto (trattamenti da parte degli agricoltori) sia per l’inquinamento indiretto (effetto deriva). Per non parlare delle altre forme di contaminazione ambientale che spesso vengono trascurate, poiché potrebbero sembrare non avere un impatto diretto sull'agricoltura: smog, scarichi urbani, emissioni industriali, inquinamento elettromagnetico, acqua contaminata …e molto altro.
Spesso si vedono aziende agricole (anche in regime biologico) in prossimità di autostrade ed aeroporti, oppure si ostentano orti urbani coltivati senza prodotti chimici con l’illusione di pratiche green sane. L’essere umano non ha la percezione dell’ambiente circostante e quindi di tutto ciò che influenza il processo di coltivazione. È come mettere una tovaglia pulita su un tavolo sporco: anche se la tovaglia sembra candida, non si può dire che le condizioni siano igieniche. Questa analogia ci fa capire che la nostra percezione non sempre riflette la realtà delle situazioni.
Che si coltivi in città o in campagna, il problema è sempre lo stesso: l’inquinamento c’è, anche se non si vede. Prima lo consapevolizziamo, prima ci rendiamo conto dell’importanza di coltivare e mangiare cibo libero da inquinanti. Ecco perché l'uso di BioAksxter® durante tutto il ciclo di coltivazione fa la differenza.
La spesa dal contadino ed i gruppi di acquisto
Sempre più persone stanno riscoprendo le fonti del loro approvvigionamento alimentare. Un numero crescente di consumatori decide di evitare gli intermediari e di acquistare direttamente dal produttore o al mercato contadino. Questo fenomeno è accompagnato dalla crescente popolarità dei gruppi di acquisto: spontanee organizzazioni di persone che desiderano effettuare acquisti di prodotti agricoli direttamente dal produttore, basati su principi di equità, solidarietà e sostenibilità.
Secondo dati recenti della Coldiretti, in Italia oltre 25 milioni di persone acquistano cibo dai contadini in modo regolare. La spesa complessiva degli italiani presso i mercati contadini ha superato i 3 miliardi di euro, segnando un record dall'epoca del dopoguerra. Praticamente possiamo dire che 1 italiano su 2 opta per la filiera corta.
Nei farmers’ markets, oltre a favorire un contatto diretto con i produttori, si assiste anche ad una significativa riduzione degli sprechi alimentari. I prodotti agricoli venduti nei mercati comunali e rionali spesso non rispettano gli standard estetici imposti dalla grande distribuzione organizzata. Questo approccio permette di commercializzare anche quegli alimenti non accettati a causa del loro aspetto esteriore.
La tendenza crescente della spesa a kilometro zero e dei gruppi di acquisto riflette anche una crescente attenzione riguardo ai problemi legati alla globalizzazione nell'approvvigionamento alimentare. La globalizzazione ha portato vantaggi come la disponibilità di una vasta gamma di prodotti alimentari tutto l'anno, ma genera anche preoccupazioni riguardo alla sicurezza alimentare dell’intero settore agricolo. Per esempio, l’irraggiamento dei prodotti agricoli con raggi gamma (radiazioni ionizzanti) allo scopo di inattivare parassiti e batteri patogeni e aumentarne la conservazione.
Detto ciò, quanto di tutto questo era già parte della tua consapevolezza? E quali passi sei disposto a compiere per integrare queste informazioni nella tua vita quotidiana?
La scelta di ciò che immettiamo nel nostro corpo va oltre il semplice atto di nutrirci: è anche un’azione di responsabilità nei confronti del nostro pianeta e delle generazioni future.
Sei pronto a fare la tua parte?