Conservabilità dei prodotti ortofrutticoli: come aumentare la shelf-life?
Come prolungare la durata di frutta e verdura, rallentando il processo di decomposizione? Come aumentare la shelf-life?
A tutti sarà capitato di non riuscire a conservare al meglio il proprio raccolto oppure di comprare della verdura per poi trovarla marcita in frigo dopo poco tempo. Ecco, cerchiamo di vedere alcuni aspetti interessanti che riguardano la maturazione e la conservabilità dei prodotti agricoli…
Perché frutta e verdura marciscono?
Semplicemente perché respirano. Può sembrare un controsenso – “respira, ma deperisce e muore” – eppure è così. Una volta staccati dalla pianta, frutti e vegetali che respireranno di più avranno una vita più breve, per questo negli anni sono state sviluppate alcune strategie di conservazione, proprio per allungare la vita dei prodotti. Parametri come luce, temperatura, umidità e componenti dell’aria (ossigeno, CO2, etc.) nell’ambiente possono influenzare i tempi di conservazione degli ortofrutticoli.
Attenzione però! Oggigiorno non è che frutta e verdura maturano e marciscono rapidamente perché “respirano di più”! I prodotti agricoli vengono coltivati e pompati con la chimica per crescere di più e più in fretta, ed allo stesso tempo vengono deprivati dalle loro proprietà organolettiche e nutrizionali. Frutti così ottenuti hanno un eccessivo contenuto d’acqua a scapito di proteine, vitamine, minerali, etc. per cui sono più facilmente soggetti a deperimento. E’ anche importante sottolineare che la raccolta della frutta acerba, una pratica ormai adottata regolarmente, non consente lo sviluppo degli zuccheri, primario fattore di conservabilità naturale.
Frutti climaterici e aclimaterici
I frutti climaterici sono quei frutti che continuano a maturare dopo che sono stati raccolti. Tra questi ricordiamo mele, banane, pesche, susine, albicocche, kiwi, pere, pomodoro, l’ormai sempre più di moda avocado.
Pomodori coltivati con BioAksxter®
Invece frutti come gli agrumi, peperoni e melanzane, zucche, ananas, piccoli frutti, olive, sono chiamati aclimaterici, in quanto non raggiungono la maturazione una volta staccati dalla pianta.
Respirazione e maturazione dei frutti
La prima cosa a cui pensiamo quando parliamo di maturazione di frutta e verdura è la variazione di colore. Certo, è una delle azioni più evidenti all’occhio umano ma non è l’unica. Con la maturazione le pareti cellulari si rompono, i prodotti rammolliscono ed il contenuto di zuccheri, amido e acqua aumenta. Inoltre c’è la scomparsa della clorofilla a favore degli altri pigmenti, per cui frutta e verdura assumono ognuna la propria caratteristica colorazione.
Il ruolo dell’etilene nella maturazione dei frutti
L’etilene è famoso per il suo ruolo nella maturazione. In poche parole si tratta di un ormone vegetale, il cui contenuto aumenta in maniera significativa nei frutti climaterici quando vengono raccolti. Nei frutti non climaterici, la respirazione e l’etilene restano al minimo per cui si ha l’interruzione della maturazione.
Se ad esempio mettete delle mele vicino a dei cachi non ancora maturi, questi matureranno più velocemente proprio a causa dell’etilene rilasciato dalle mele. Le banane, invece, vengono raccolte ancora verdi e poi trattate con etilene per una rapida maturazione. Ovviamente questo tipo di “maturazione artificiale”, non consente alla frutta di sviluppare le sostanze utili necessarie per il nostro organismo – ecco perché il sempre più diffuso ricorso ad integratori alimentari.
Cos’è la shelf-life?
È la cosiddetta vita commerciale o “vita da scaffale”, ossia indica per quanto tempo un alimento può essere conservato in determinate condizioni ambientali e mantenere contemporaneamente le qualità organolettiche. È un argomento strettamente legato alla conservabilità dei prodotti: si fanno delle analisi chimiche, fisiche e microbiologiche ad intervalli di tempo differenti e si valutano le caratteristiche nutrizionali dei prodotti, e così facendo si stabilisce per quanto tempo effettivamente un prodotto può essere conservato.
Aumentare la shelf-life nella GDO
Da quanto avrete capito un prodotto agricolo che “dura” di più è importantissimo, non solo per il piccolo agricoltore che fa vendita diretta, ma soprattutto per chi conferisce alla grande distribuzione organizzata. Con le GDO i tempi si allungano e l’avere a disposizioni ottimi prodotti con una conservabilità maggiore si traduce in enormi vantaggi dal punto di vista economico-commerciale. Tempi di conservazione più lunghi favoriscono anche una riduzione degli sprechi.
Come aumentare la shelf-life?
- Raccolta. La “lotta” per aumentare la shelf-life dei prodotti agricoli inizia generalmente con la raccolta. Frutta e verdura si raccolgono ormai prima del raggiungimento della maturazione ottimale perché se ancora acerbe sono più sode e resistenti così prestandosi meglio alle operazioni di lavorazione, pulizia, trasporto e commercializzazione
- Frigoconservazione. Uno dei metodi più comuni per aumentare la shelf-life è la frigoconservazione in condizioni ambientali controllate. Qui temperatura, luce, umidità e le componenti gassose dell’aria sono parametri fondamentali da tenere sotto controllo per una corretta conservazione dei prodotti
- Trattamenti post- raccolta. Per ridurre la respirazione e traspirazione dei prodotti agricoli spesso si ricorre a dei rivestimenti, come cere o altre sostanze conservanti dotate di una significativa attività antimicrobica che rallentano il deterioramento degli ortofrutticoli.
- Packaging. Altro fattore importante è il packaging. Il mercato oggi offre diverse opzioni con molteplici materiali: alcuni possono limitare il contenuto di ossigeno oppure l’umidità, altri possono avere proprietà antibatteriche.
Aumentare la shelf-life con BioAksxter®
Con BioAksxter® si inizia a migliorare la shelf-life dei prodotti agricoli ancor prima della raccolta!
Infatti, BioAksxter® agisce secondo i processi di Madre Natura e consente alle piante di crescere su terreni rivitalizzati dai quali assorbono tutti gli elementi nutritivi necessari. In questo modo si ha uno sviluppo ottimale dei tessuti cellulari, turgore vegetale, minor ossidazione, quindi una maggior conservabilità di frutta e verdura.
E’ soprattutto l’abbattimento di residui chimici ed inquinanti a determinare la maggior conservabilità.
Di questo se ne sono ben accorti gli agricoltori, come da questa testimonianza di una azienda agricola: “Ho tenuto i pomodori in serra per tredici giorni perché il mercato non andava e quando li ho venduti erano perfetti, come appena colti; prima che iniziassi ad usare BioAksxter®, già dopo il primo giorno di cella iniziavano a cambiare …”
I prodotti agricoli coltivati con BioAksxter® essendo conservabili più a lungo mantengono un’elevata consistenza, evitando un precoce deperimento. Classico è l’esempio delle mele in cassetta che marcendo contaminano i frutti adiacenti: quelli coltivati con BioAksxter® vanno incontro ad un processo di lenta disidratazione che porta ad una sorta di “mummificazione” evitando di compromettere l’intera cassetta. Un fattore di non poca importanza sia per gli addetti della grande distribuzione sia per i consumatori!
Stadi del naturale processo di disidratazione e mummificazione con BioAksxter®
Dimenticati in frigo!
Ecco una conferma dell’azione di BioAksxter®: durante la nostra attività di ricerca, ci era capitato di analizzare dei kiwi coltivati con BioAksxter® e kiwi coltivati con altri prodotti. I frutti rimasti erano stati riposti in frigo per un eventuale successivo utilizzo.
Dimenticati in frigo, dopo circa 4 mesi i kiwi coltivati con BioAksxter® erano praticamente intatti, mentre quelli non trattati erano in evidente stato di decomposizione!
Qui invece vediamo una mela coltivata con BioAksxter®: è stata tagliata e anche questa conservata in un normale contenitore in frigo per circa 4 mesi. Ebbene sì, dopo tutto quel tempo la mela risultava quasi come appena tagliata: la consistenza era quella di un frutto appena raccolto, presentava scarso imbrunimento della polpa – sapete tutti che le mele anneriscono subito appena tagliate – e profumava ancora di mela! Abbiamo tagliato la mela per controllarne l’interno e indovinate un po’… era ancora perfetta!