Coltivazione del pistacchio: la realizzazione di un pistacchieto redditizio
Antichi egizi, greci e romani… la coltivazione del pistacchio ha una storia antichissima!
Si parla di un arrivo in Italia già nel I° secolo d.C., per poi espandersi nel bacino del Mediterraneo. Ad oggi i maggiori produttori del cosiddetto “oro verde” sono Iran, Stati Uniti, Cina, Turchia, Siria, Grecia…e ovviamente Italia!
Coltivare il pistacchio: Pistacia…quella “vera”!
Pistacia vera, ossia il Pistacchio, è un arbusto, un piccolo albero a foglia caduca, della famiglia delle Anacardiaceae. Le sue radici si espandono nel terreno sia superficialmente che in profondità alla ricerca di acqua e sali minerali, e un buon sviluppo radicale gli permette di avere una bella chioma produttiva. Quella del pistacchio è una coltura specializzata, che deriva da impianti ottenuti in seguito ad interventi di infittimento delle piantagioni “naturali” preesistenti (allevamento a ceppaia), mediante la messa a dimora di semenzai, ed in seguito all’estirpazione delle colture secondarie (mandorlo, olivo e ficodindia). In abbinamento alle forme libere di allevamento delle piante “ceppaia”, “vaso libero”, è ammesso anche l’allevamento “monocaule”, per agevolare la raccolta.
Varietà di pistacchio
La messa a dimora del pistacchio può avvenire durante tutto l’anno, ma l’epoca ideale va dalla fine di ottobre alla fine di marzo. L’albero adulto raggiunge fino a 6 metri di altezza, con un diametro complessivo della chioma della pianta di 5 metri. Si coltivano varietà di pistacchio raggruppate in bianche, rosse e gialle, in relazione al colore del pericarpo (mallo), che rappresenta un importante carattere diagnostico delle varietà.
- Bianca, comunemente chiamata Napoletana o Nostrale è la varietà più diffusa in Italia, di cui il seme di colore verde rappresenta il fattore commerciale di pregio
- Regina
- Cirasola rosata, Cirasola
- Cappuccia
- Agostina
- Insolia
- Silvana
- Natalora
Che tipo di suolo richiede il pistacchio?
La pianta di pistacchio si adatta a vari tipi di suolo (povero, calcareo, salino, basico o leggermente acido, etc.), preferisce quelli ben drenati, profondi, dove poter espandere le radici, con un pH tra 6 e 8. Anche se è una specie adattata ai climi temperati e secchi, è una pianta molto forte che può resistere anche a fino a 40-45°C e fino -30°C in inverno. Rispetto ad altre piante si difende bene dalla siccità ed in caso gelate tardive primaverili ricacciando nuove gemme.
Come avviene la riproduzione della pianta del pistacchio?
La pianta di pistacchio è una specie dioica, cioè presenta piante con solo fiori femminili e piante con solo fiori maschili, come nel caso dell’actinidia. Un albero maschile (anche chiamato “scornabecco”) non fruttifica, ma il suo polline serve a fecondare i fiori delle piante femminili per farle arrivare alla produzione. Un pistacchieto necessita minimo di una pianta maschio ogni 8 piante femmine, con sesto di 6 x 6 metri; per ogni ettaro si possono piantare 280 alberi… e si affida al vento per l’impollinazione.
L’albero di pistacchio: un frutto prezioso
Il pistacchio fruttifica in un ciclo biennale, il che, insieme alle variazioni climatiche, causa grandi variazioni nelle rese e nei prezzi. In realtà la pianta di pistacchio produce frutti tutti gli anni, ma è molto soggetta ad alternanza di produzione, si hanno perciò anni di carica e anni di scarica (detti comunemente così per la quantità di produzione). Ci sono molte altre piante da frutto con questa caratteristica e si cerca di limitarla diradando i frutti nell’anno di carica per avere una produzione più o meno simile nei vari anni. Nel pistacchio invece, si tolgono completamente, annullando la produzione negli anni di scarica per aumentarla negli anni di carica, da qui si ha una coltivazione con ciclo biennale.
I frutti del pistacchio si trovano riuniti in grappolo sulla pianta e sono piccole drupe di forma ovale ricoperte da una buccia (detta “mallo”) dai colori particolari verde-rossastro. Il mallo ricopre il guscio, un endocarpo liscio e lignificato, all’interno del quale si trova il seme, appunto il “pistacchio”. Una matriosca della Natura! La raccolta del pistacchio si effettua generalmente nel mese di settembre e, dopo la raccolta, il frutto mediante sfregamento meccanico viene “sgrollato” (separato dal mallo, l’involucro coriaceo che lo ricopre) ed essiccato, in maniera da essere pronto per le varie lavorazioni successive.
Quanto produce una pianta di pistacchio: coltivazione lunga ma redditizia
La Pistacia vera è una pianta molto longeva, ed ha dei tempi lunghi di produzione: i primi frutti si vedono dopo i primi 5 anni e la piena produzione si raggiunge dopo 10 anni. 1 ettaro di pistacchieto può rendere però quanto 20 ettari di cereali. Una pianta di pistacchio in media arriva a produrre 10-25 kg di frutti. La produzione del pistacchio è alquanto variabile, incomincia dal quarto/quinto anno con una bassa quantità di frutti e aumenta gradualmente dal sesto/settimo anno, per arrivare al massimo produttivo con 2,5/3 ton. per ettaro dall’ottavo/decimo anno.
Durante i primi 5-8 anni nel pistacchieto si fanno delle potature di formazione per dare alla pianta la forma desiderata; le potature di produzione invece si effettuano in inverno durante gli anni produttivi della pianta, con lo scopo di favorire il ricircolo d’aria e l’ingresso della luce. Insomma, col pistacchio non bisogna avere fretta: questa coltivazione va attesa, curata, conquistata per avere i migliori risultati.
Coltivazione del pistacchio: come avviare una piantagione di pistacchi redditizia?
L’obiettivo primario dell’agricoltore impegnato nella coltivazione del pistacchio è quello di ottenere un prodotto di elevata qualità, sempre nell’ottica di un’attenta valutazione e gestione dei costi di produzione. Nei giovani impianti l'utilizzo di BioAksxter®M31 Agricoltura permette di anticiparne l’entrata in produzione un anno prima, ottimizzando così gli investimenti fatti nel pistacchieto ed arrivando prima sul mercato.
BioAksxter® agendo sulla programmatica della pianta, ne incrementa la resistenza nei confronti di batteri, virus e funghi, ad esempio la septoriosi (Septoria pistaciae), l’alternaria (Alternaria alternata), la ruggine (Pileolaria terebinthi) ed il Botyosphaeria ribis, un fungo patogeno che si manifesta con evidenti macchie biancastre sul tronco e sui rami.
Inoltre, BioAksxter® consente l’ottenimento di frutti dai massimi parametri commerciali, dall’elevata qualità e quantità con maggior tenore in antiossidanti e vitamine.