Agricoltura: quello che nessuno dice e tutti vivono
Le avversità dell’agricoltore
Oggi l’agricoltore è sempre più impegnato ad affrontare un insieme di avversità riguardanti il ciclo di coltivazione. Questo perché esiste un problema di fondo: la precarietà delle condizioni agrarie ed ambientali dovuta alla rottura degli equilibri biologici.
Il perdurare di tale squilibrio negli anni ha aggravato ulteriormente la situazione per cui l’agricoltore è continuamente chiamato a misurarsi, passando dalle più comuni malattie causate da batteri, funghi e virus alle più specifiche patologie e fisiopatie di varia natura, fino alle alterazioni ed alle mutazioni genetiche, senza contare gli stress dovuti ai cambiamenti climatici.
E ancora, stress ambientali, squilibri idrici, carenze o eccessi nutrizionali, accumuli di sostanze chimiche inappropriate o inquinanti apportate al terreno ed alle piante in seguito a trattamenti continuati nel tempo; nuove problematiche dovute a batteri di nuova generazione, nati dall’uso esasperato della chimica e dalla conseguente combinazione di molecole a struttura aperta.
Pertanto oggi raccogliamo i frutti dei nostri errori che, si badi bene, sono stati indotti solo dalla finalità del profitto. Profitto, a scapito della salute personale e planetaria, a scapito della vita.
Quando i frutti della terra sono frutto dei nostri errori
Occorre cambiare la visione ed il modo di operare. Occorre considerare l’agricoltura in senso molto più allargato, valutando il contesto ambientale in un’ottica di riequilibrio. Questo perché la coltivazione dei prodotti agricoli dipende dalle infinite interazioni fra i quattro elementi: terra, acqua, aria e luce solare.
E allora facciamone un semplice esame:
- I TERRENI sono diventati delle cloache a cielo aperto, milioni di tonnellate di prodotti per la coltivazione, inquinanti che si accumulano e che le piante non riescono a smaltire, senza parlare delle sostanze contaminanti interrate, ecco perché si parla di asfissia dei terreni, terreni stanchi, terreni inquinati, terreni improduttivi. Non provate ad annusare la terra!
- L’ACQUA, sia quella di superficie o di falda sia quella che viene dal cielo, è inquinata. Basta guardare cosa piove e per quanto tempo rimangono pulite le nostre automobili… Anche l’acqua di sorgente è contaminata e l’acqua di irrigazione delle coltivazioni è spesso derivata dai reflui e contaminata dai pesticidi utilizzati per coltivare. Gatto che si morde la coda o stupidità?
- L’ARIA. Ah sì, le nostre automobili inquinano l’aria, ma non sono le uniche fonti di emissione di origine antropica ad alterare le caratteristiche chimico-fisiche dell’atmosfera. Gas e polveri finiscono col ricadere sulle nostre colture, dato che per legge fisica tutto quello che sale poi scende
- La LUCE SOLARE essenziale per la fotosintesi clorofilliana è oscurata dalle polveri in quota tanto che alle piante arriva oltre il 30 % in meno di luce rispetto a cinquant’anni fa. Inoltre, la riduzione dello scudo di protezione planetaria (buco nell’ozono) dovuto all’inquinamento non consente il filtro delle radiazioni ultraviolette (UV-A e UV-B) le quali provocano delle vere e proprie scottature dei tessuti vegetali. Lo scenario che si prospetta è quello di un mondo desertico e privo di verde
Ecco perché il ricercatore Mendini ancora negli anni ’80, a fronte di segnali evidenti come la scomparsa di molte piante di sottobosco e motivando il senso delle sue formulazioni, aveva annunciato una imminente era della fame se non si fosse intervenuti per tempo.
Ricercatore Alessandro Mendini
Tutto torna…
Sì, tutto torna: avversità, calamità, danni ecco cosa raccoglie l’agricoltore in questi ultimi anni. Si deve operare sempre di più in termini di agricoltura protetta.
Già ad aprile tiriamo le somme: gemme bruciate dal freddo, forti grandinate con cumuli alti 20 cm, lunghe fasi piovose. Impresa agricola? No, fare agricoltura è un’impresa! Bravo è quell’agricoltore che, arrivando alla fine del ciclo di coltivazione, riesce a produrre un frutto integro. Gli eventi climatici estremi sono sempre più forti e più numerosi, e non possiamo dire ad ogni stagione dato che le stagioni sono solo un ricordo. Le fitopatologie sono sempre maggiori e più gravi. Le piante sono sofferenti. L’inquinamento onnipresente chiude la sua morsa.
Agricoltura sostenibile o insostenibile?
Si può parlare di agricoltura sostenibile solo quando si concepisce che pianta e terreno sono strettamente legati all’ambiente, insomma occorre avere una visione più ampia, che esuli dalle pratiche inquinanti e forzate che hanno inquinato i terreni rendendoli poveri, stanchi, improduttivi, generando prodotti agricoli contaminati….
Non è più sul fronte della difesa e della nutrizione che gli interventi agronomici vanno rivolti. Questa è la vecchia scuola. L’agricoltore oggi deve operare in un’ottica di riequilibrio, perché l’agricoltura è ambiente. Il campo ha un confine relativamente alla proprietà del terreno, ma è senza confine in termini operativi. Il campo è il pianeta.
Chi semina vento raccoglie tempesta, l’antico proverbio derivante da un passo della Bibbia è più che mai attuale.
L’agricoltura sostenibile passa dal riequilibrio ecologico. Ma per poter riequilibrare è all’energia che si deve guardare, perché non esiste nutrizione né difesa se la pianta non è in grado di autogestire i suoi processi vitali, le sue potenzialità, la sua capacità di ricavare dal terreno il nutrimento necessario e la sua capacità di difesa. L’energia è l’unico mezzo perché senza energia non avviene nessun tipo di trasformazione. BioAksxter®, con la sua tecnologia unica al mondo introduce l’energia come sistema di equilibrio di tutti i processi vitali: si tratta di una vera e propria tecnologia dell’energia, in grado di restituire equilibrio all’agricoltura e all’ambiente.